venerdì 10 marzo 2017

The zero theorem - Terry Gilliam (2013)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Il dipendente di una enorme azienda informatica attende da tutta la vita una telefonata; per poter essere sicuro di riceverla continua  richiedere all'azienda di poter lavorare da casa. Incontrando, per caso, a una festa della ditta il capo assoluto riesce a ottenere il lavoro a domicilio, come contrappasso però verrà posto a dover risolvere la Zero theorem del titolo (un complicatissimo problema matematico che si dimostrerà ancora più difficile del previsto). Nel mentre dovrà essere affiancato dal giovane figlio del capo e si innamorerà di una prostituta.

Con questo film Gilliam dimostra, di nuovo, di essere il migliore a creare distopie dettagliate e coerenti basate sull'eccesso. La prima cosa che colpisce di questo film è proprio il mondo ipercolorato in cui vive il protagonista. Non ci sono radicali differenze con il mondo attuale, ma dimostra di esserne una versione ipertrofica (e sotto acido) della società contemporanea, Certamente viene aggiunta una enorme dose di ironia, ma l'effetto finale riesce ad essere godibile e inquietante nello stesso tempo.
Come in "Brazil" Gilliam torna alla fantascienza fiabesca che rappresenta l'anelito verso qualcosa di più della concretezza consumistica, torna all'allegoria di una società dove si vive per lavorare, ma il cui senso ultimo sfugge. Come in "Brazil" la soluzione finale che viene proposta non è positiva; ma se là era la società che si difendeva dagli outsider, qui quello che si scopre è che non esiste altro al di fuori della società e l'unica fuga è una fuga dalla realtà.
Il pessimismo dilaga, ma il tono faceto rimane in primo piano riuscendo a stemperare il nulla che viene proposto.
Infine fa enorme piacere vedere Waltz in una parte diversa da... quasi qualunque parte abbia ricevuto negli ultimi anni.

Questo è un film decisamente più dodecafonico dei precedenti, meno pulito e immediato, ma dimostra che Gilliam c'è ancora.


3 commenti:

Babol ha detto...

Stranissimo ma affascinante e hai assolutamente ragione: vedere Waltz in un ruolo un po' particolare è una liberazione :)

Christian ha detto...

Un film incredibilmente sottovalutato, il talento di Gilliam c'è ancora tutto! :)

Lakehurst ha detto...

siamo dalle parti di Brazil, per temi e ambientazioni e per follia anrchica.