mercoledì 3 aprile 2019

Un uomo da bruciare - Valentino Orsini, Paolo Taviani, Vittorio Taviani (1962)

(Id.)

Visto in Dvx.

La vita di un sindacalista nella sicilia dei latifondisti, le sue battaglie per l'indipendenza dei braccianti, ma, ancora di più, le lotte contro il sindacato stesso.

Se non sbaglio il primo film di fiction dei fratelli Taviani con Orsini (prima fiction per lui pure), i tre avevano già collaborato per un documentario e, in effetti, partono da un terreno affine, il biopic.
Evitano con facilità l'eccesso di documentarismo e si inseriscono in una storia già iniziata, con il ritorno del protagonista già famoso e con il ritrovarsi con un gruppo già organizzato. Le relazioni fra i personaggi non sono da costruire, ma lo spettatore deve scoprirle in base alle reazioni che tutti hanno nel vedere tornare a casa il personaggio di Volontè.

La regia è già raffinata, con un uso intelligentissimo degli spazi: esterni nelle camapagne con piani lunghi, interni sfruttati pienamente con movimenti di macchina brevi e scene in notturna trattate come interni grazie alle tenebre fotografate in maniera netta, come fossere un muro.

Il problema del film non è nell'immaturità della tecnica, quanto nella totale mancanza di ritmo. Un tema interessante e uno stile già elaborato soccombono a una noia che trascina avanti la vicenda anziché far appassionare a un personaggio moderno e misconosciuto.

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