lunedì 19 ottobre 2020

Mi gran noche - Alex de la Iglesia (2015)

(Id.)

Visto su Netflix, in lingua originale sottotitolato.

Durante la registrazione del programma televisivo per il capodanno si intrecciano i giochi di palazzo per avere più visibilità degli altri partecipanti

Ad Alex de la Iglesia piace la Tv (e dell'intrattenimento in generale), ci si sente a suo agio perché la vede come parte del proprio mondo, come estensione di quel grottesco e cinico multiverso che crea con i suoi film. Ci era già passato diverse volte da vent'anni a questa parte, ora ci torna con un tocco più farsesco, ma mai così efficace.

Appoggiato a una scrittura davvero convincente che riesce a dare spazio ad ognuna delle minuscole storie che vengono portate sul video, riuscendo a farle risaltare (nonostante alcune siano davvero dimenticabili), dando spazio agli attori e arrivando integrare e rendere credibile gli scontri fra star da una parte e le rivolte sedate dalla polizia dall'altra.
De la Iglesia dalla sua ci mette una messa in scena kitsch il giusto che esagera solo quando deve (i due cantanti), ma soprattutto un ritmo costante che non cede mai un secondo. Unica deflessione il finale alla "Hollywood party", un poco eccessivo e un poco troppo semplicistico (e quasi normalizzante)

Siamo lontani dall'epica tragica di "Balada triste", ma anche dalla profondità e dal cinismo di "La chispa de la vida"; niente di serio qui, solo una montagna russa, non c'è stratificazione, ma un divertimento viscerale che punta sul ritmo.

PS: Per chi segue il regista spagnolo da tempo questo film è anche una carrellata di tutti i volti iglesiani degli ultimi anni e, finalmente, fa partecipare direttamente il Raphael che cantava "Balada triste de trompeta" (evidentemente un suo guilty pleasure) nella parte di una caricatura di sé stesso magnifica. Vorrei un remake su questo film solo per vederlo interpretare da Gianni Morandi.

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