Visto in tv.
Lo 007 di Timothy Dalton è molto
diverso dal superuomo british originale; è molto più pacato. Decisamente
ironico, ma più ombroso e meno interessato alle donne… a fatica se ne fa una in
tutto il film!
L’intero film prende una piega
leggermente diversa dai precedenti (si tenga presente che subito prima di
Dalton c’era Roger Moore, forse più in parte, ma i suoi film hanno sdoganato
l’idea che la sospensione dell’incredulità sia inutile) con un’idea di action
sempre presente, ma molto più virata verso l’ironia sfociando sin dai primi
inseguimenti nell’inverosimile grasso e sfacciato (fuggire sulla neve usando il
contrabbasso come timone mi pare esagerato).
Nel complesso il film riesce
anche a intrattenere abbastanza, con un discreto ritmo, certamente migliore del
terribile “Una cascata di diamanti” (che anche lui ha rischiato di saltare lo
squalo in più punti); quello che però sfugge è proprio il concetto base di
James Bond, un agente segreto migliore di chiunque altro in tutto, investigazione,
lotta, humor, seduzione (si insomma una sorta di Sherlock Holmes anni ’60 alle
dipendenze dell’MI6). Film carino, ma fuori tema.
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