Visto in Dvx.
L’ottimo Ricky Gervais ci
presenta un mondo in cui la menzogna non esiste, in cui gli esseri umani non
sono fisiologicamente in grado di dire bugie e ci mostra come sarebbe la vita
in quel caso (fatto salvo che la civiltà si sia comunque evoluta identica alla
nostra nonostante tutto).
Che dire, nell'immediato la cosa
funziona, l’effetto spiazzante dell’idea è buono, solo un po’ esagerato dal
fatto che oltre a non mentire tutti parlino un po’ troppo delle cose che
potrebbero omettere. Comunque sia condotto, il gioco funziona e mostra i
rapporti sociali, lavorativi e famigliari come sarebbero in questo mondo
fantastico… ma il gioco si rompe alla svelta; se all'inizio è decisamente
originale il non sentire l’ipocrisia che tutti avremmo, dopo poco diventa
ripetitivo e francamente prevedibile… Però succede che la madre del
protagonista muoia e lui, per non addolorarla all'idea di un al di là
inesistente si inventa il paradiso; nasce quindi la menzogna. Da qui il film
cambia completamente, da una parte inizia la carriera del protagonista, essendo
l’unico in grado di mentire può dire ciò che vuole, ma dato che tutti gli altri
non conoscono neppure il concetto di bugia…semplicemente gli credono, qualunque
cosa dica (concetto effettivamente affascinante tratto dai Viaggi di Gulliver).
Anche qui il gioco è notevole, ma come tutti i bei giochi, dura poco e si
ritorna alla ripetitività di prima. A ciò si può associare l’inevitabile storia
d’amore in questa seconda metà a completare il quadro (non avrei mai creduto
che anche Gervais ci sarebbe caduto).
In definitiva un ottimo soggetto
molto difficile da rendere in una sceneggiatura… e si vede.
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