mercoledì 29 marzo 2017

Elle - Paul Verhoeven (2016)

(Id.)

Visto al cinema.

Una porzione di vita di una donna a partire dallo stupro che subisce a casa propria. Da quell'evento non sembra essere minimamente toccata, continua a incontrare l'amante, vedere il suo ex amico di cui è ancora innamorata, litigare con il figlio per via dell'arrogante nuora, lavorare con il pugno di ferro nella ditta che crea videogiochi violenti.
A quasi ottant'anni, Paul Verhoeven, crea un film atipico per struttura (quasi assenta una trama vera e propria), per genere (inizia come un thriller raffinato e ben giocato e continua come una commedia nera frigida) e per tema. Anzi il tema no, è un pò il solito tema di Verhoeven, la violenza, ma qui è declinato in maniera particolare e molto intelligente.
La lunga cavalcata nella vita di questa irritante e fortissima donna è un bignami della violenza nella vita; a partire dagli eventi più eclatanti (lo stupro e un massacro) si arriva ai rapporti famigliari (genitori e figli, coniugi, amanti), a quelli sociali (colleghi, sottoposti e vicini di casa), fino agli sconosciuti per la strada, tutto è giocato sulla violenza e sulla prevaricazione arrogante. Niente viene salvato, tutti i mezzi sono mostrati, l'atto fisico, le parole o i semplici sguardi, i rapporti sessuali e affettivi, i ricordi e i progetti futuri, tutto è intriso di rabbia e violenza.
Di fatto è un manifesto di un modo di percepire la vita che mostra che non l'atto violento non è una scazzottata in "Total recall", ma si annida in ogni ambito della vita senza possibilità di scampo.
Interessante e ben condotto, con una regia che rende tollerabili le oltre due ore di film e una fotografia e un gusto per gli interni e i vestiti alto borghesi assolutamente fantastici. Brava la sempre ottima Huppert che qui, e mi rendo conto di essere uno dei pochi, mi appare né più né meno ai suoi livelli standard, semplicemente si nota di più la sua arte dato che viene inquadrata in ogni singola scena essendo lei il centro di ogni vicenda.
Un film intelligente e ben realizzato che soffre solo per una ipertrofia e una tendenza alla non linearità che lo possono rendere, facilmente, indigesto (cosa che la visione nella sala cinematografica, per me, mitiga molto).

2 commenti:

Babol ha detto...

Bellissima la prima metà poi a mio avviso perde "qualcosa", appiattendosi su territori conosciuti e a me poco graditi. Ma è un parere personale, ovviamente. A prescindere, lei è davvero stupenda e bravissima.

Lakehurst ha detto...

Ecco, su di lei ho avuto più dubbi. Brava è ovvio, eppure mi è sembrata una sorta di La pianista invecchiata che ha acquisito ironia, ma ha perso sfumature. Tuttavia devo sottolineare di averlo visto in italiano che qualcosa può aver tolto.