venerdì 22 dicembre 2017

Life's too short - Ricky Gervais, Stephen Merchant (2011)

(Id.)

Vista in Dvx, in lingua originale sottotitolata in inglese.

Serie televisiva britannica del solito Gervais incentrata sulla vita di Warwick Davis, attore ormai in declino, ma ancora tronfio e arrogante. La scusa è quella di un documentario sulla sua vita (che vorrebbe sfruttare per rilanciare la carriera), ma mentre viene seguito dalle telecamere deve subire il divorzio dalla moglie, enormi multe da parte del fisco, tentativi di lavoro che saranno sempre più disastrosi e un'umiliante questua di lavoro, prima, e di soldi, dopo.

Per chi conosce lo stile di regia e lo stile comico di Gervais qui si troverà a casa.
Con la scusa del documentario viene motivata la classica macchina da presa asettica, i frequenti montaggi o i passaggi rapidi da un volto all'altro; il tutto con i classici colori insipidi che sono ormai una firma.
La comicità poi è sempre quella (la serie è scritta assieme al fido Merchant), inglese, spesso fatta più di situazioni improbabili, spesso pesante, che prende di petto il politicamente scorretto.
Inutile dire che il telefilm funziona. Funziona perché la comicità già nota può concentrarsi sul distruggere il personaggio di una star morta da anni che si crede ancora famoso, e per di più questa star è un nano; questo dettaglio poi è usato benissimo, Davis si muove in un mondo in cui il suo nanismo non sembra destare alcuna reazione, ma in cui il concetto di nanismo è continuamente preso in giro, con solo un paio di scene in cui lo sfottò è rivolto all'inadeguatezza fisica più che a quella morale.
Come sempre in ogni puntata c'è una guest star, la presenza di Liam Neeson è il valore aggiunto e la svolta della prima puntata, le altre si limitano al loro compito senza infamia e senza lode.

Su tutto però troneggia Warwick Davis. Da applausi l'autoironia che gli ha fatto accettare il personaggio di un sé stesso stupido e tronfio in un telefilm dove deve anche cadere da una macchina perché troppo alta o arrampicarsi si una libreria. Un applauso ulteriore perché dimostra anche una capacità attoriale che, sinceramente, non gli conoscevo, dimostrando di essere un attore capace, di classe e dotato di autoironia.

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