lunedì 12 febbraio 2018

Chiamami col tuo nome - Luca Guadagnino (2017)

(Call me by your name)

Visto al cinema.

L'educazione sentimentale di un adolescente è un argomento utilizzato in maniera esagerata al cinema, 9 volte su 10 con risultati scadenti, per lo più per l'ottica semplicistica di un film per teenager senza qualità (il film, non il teenager), talvolta per la piega personale di un autore serio che pensa che ogni storia piccola diventerà universale se messa sullo schermo senza aver paura di annoiare con delle banalità piuttosto trite.

Il vero valore di Guadagnino è di aver realizzato un film di educazione sentimentale di un adolescente senza essere (quasi mai) noioso.
Il notevole risultato riesce a ottenerlo soprattutto grazie a due accorgimenti.
Il primo è di punto di vista: il film non parla di una storia d'amore, ma di una storia di desiderio, lo fa con delicatezza e con poco parlato e molto sottinteso, con turbe emotive che si cerca di nascondere e senza proclami, riuscendo in maniera inquietantemente efficace (quando la storia d'amore arriverà, tuttavia, l'effetto non sarà lo stesso, più banale, più scontata, non riuscirà ad avere la stessa forza nonostante la delicatezza).
Il secondo è la cura delle immagini. Guadagnino crea un ambiente estetico perfetto, geometrico, colorato e caldo. Soprattutto caldo. Guadagnino cerca di dare sinestesia al film dando la sensazione delle temperature, della calura estiva, del fresco del vento e il freddo dell'acqua, del piacere dell'ombra o della mollezza del sole, così come il freddo invernale e il calore violento, ma rinfrancante del caminetto. E in questo monto geometrico e caldo fa muovere corpi e non personaggi; per tutto il film c'è una costante attenzione per i corpi, esposti a riempire ogni inquadratura, con muscoli tendini e pelle e, talvolta, bronzo (le ricorrenti statue greche e latine).

Al di là della sbavatura nel finale quando la storia d'amore diventa vera e la concretezza si sfalda, l'unico vero difetto del film è l'ambientazione. Francamente fastidiosa la famiglia da mulino bianco open minded con genitori occupati a intrattenersi leggendo libri in tedesco o copiando spartiti musicali, tranquilli nel parlare dei rapporti sessuali del figlio e per nulla a disagio nel considerare il viaggio in solitaria con il partner. Questo e mille altri dettagli che vanno dal radical chic all'implausibilità totale sono l'unica gaffe... che però ha, in parte, la ragione di voler annullare le ragioni di un melodramma (l'amore contrastato) per concentrarsi sui personaggi (di fatto non c'è nessun antagonista)... scelta ottimale, ma si sarebbe potuta fare con qualche attenzione in più per il contorno.

PS: non l'ho detto, ma il cast è davvero superbo.

4 commenti:

MikiMoz ha detto...

Sarà che in America (il film è palesemente confezionato per piacere all'estero) la famiglia la vogliono così... da Mulino Bianco.
Farla in altri modi forse risulterebbe -per l'occasione- ancora più macchiettistico (paradossalmente) e/o da commedia, visto che il dramma lo si vuole evitare... :)

Moz-

Lakehurst ha detto...

assolutamente è a uso e consumo dell'estero (anche se, essendo di quelle zone, vedere la pianura padana come un esotica via di fuga intellettuale ha del ridicolo) e, come dicevo, evita il melodramma dell'amore contrastato che avrebbe banalizzato di molto una storia gestita benissimo (a questo punto, però, il dialogo confessione col padre nel finale diventa pura pornografia emotiva buttando dentro una tematica da melodramma classico che si è costantemente evitata nelle precedenti 2 ore).

Babol ha detto...

Anch'io ho patito un po' lo snobismo tirato per le lunghe dell'ambientazione e dei personaggi ma per il resto chapeau, film davvero emozionante, con attori molto bravi e delle immagini splendide.

Lakehurst ha detto...

massì in un film così efficace e ben realizzato questi difetti diventano secondari