mercoledì 5 dicembre 2018

Treni strettamente sorvegliati - Jirí Menzel (1966)

(Ostre sledované vlaky)

Visto qui, in lingua originale sottotitolato.

Durante l'occupazione nazista della repubblica Ceca, un ragazzo viene assunto come ferroviere. la vita del ferroviere è invidiabile, poco lavoro, colleghi simpatici e l'occasione di fare sesso... purtroppo il ragazzo soffre di eiaculazione precoce e, dopo aver tentato il suicidio, verrà introdotto ai piaceri del sesso, da una donna della resistenza. In preda all'entusiasmo cercherà di far saltare un treno utile ai nazisti.

Incredibile come io sbagli sempre a giudicare un film. Se non ne leggo nulla e mi lascio trasportare dall'intuito fraintendo sempre. Quello che mi aspettavo essere un pesante film di guerra con melodramma è invece una divertente ed efficace commedia. Anzi, ancora più leggero di una commedia; è una fiaba piena di humor (e sensualità), una commedia si, ma incredibilmente tenera e delicata, un film di formazione sentimentale e umano realizzato con gli occhi di un ragazzo pieno di vita. Riesce dunque a trasmettere tantissimo intrattenendo con divertimento e riuscendo anche a cucire insieme un finale tragico senza far perdere punti, ma rimanendo quasi scanzonato.
Un bignami su come sia possibile rapportarsi con la vita in ogni circostanza, con l'ottusa passività del capostazione o con la scanzonata leggerezza di Hubicka.
Il tutto con momenti di lieve surrealtà (le reazioni al suicidio, la denuncia della madre della ragazza per aver visto un timbro sul sedere della figlia, ecc...) che lo fa sembrare un film di Anderson o di Pálfi... se, questi ultimi due, fossero meno pretenziosi.

Una fotografia pulittissima e una regia (un'opera prima!) tutta intenta a costruire scene perfette, di totale equilibrio o appositamente sbilanciate con oggetti o persone poste asimmetricamente da un lato dell'immagine.

Attori alla loro prima esperienza perfettamente utilizzati; gli occhi spiritati o impassibili del protagonista sono perfetti per il suo personaggio.

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