mercoledì 16 gennaio 2019

Driver, l'imprendibile - Walter Hill (1978)

(The driver)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un uomo senza nome vive facendo l'autista per rapinatori; esperto nella fuga è un artista nel guidare ogni veicolo. Verrà preso di mira da un ispettore, ma aiutato da una sconosciuta. Tentando di incastrarlo, l'ispettore, metterà in mezzo una serie di malavitosi, dando inizio a un vero e proprio noir.

Film di veicoli sui generis (ci sono 3 scene in macchina, una in apertura e una chiusura, più una centrale che è però una dimostrazione di forza e non un inseguimento) che nasconde invece un vero e proprio noir ispirato a "Il samurai" di Melville. Da quel film prende la trama (che viene un poco complicata), prende i dialoghi scarnissimi, prende l'impassibilità del protagonista, ma soprattutto prende quel senso di calma potenza, di efficacia silenziosa e non eclatante, di professionalità quasi sovraumana.
Hill realizza quindi un noir con scene d'auto, che diventa essenziale nei caratteri e nelle motivazioni, duro e geometrico rasentando l'inumano (con solo l'ispettore, Dern, a dare una nota di colore e calore alla vicenda).
Ma Hill realizza anche un film formalmente impeccabile, con fotografia cupa, ma impeccabile, auto lucide, vestiti perfetti e un aura cool che aleggia quanto il buio della notte perenne in cui è ambientato.Un film dall'impianto verosimile al massimo, ma decisamente più attento all'effetto delle scene che alla loro reale riproducibilità nel mondo reale.
Un film con diversi difetti, ma che rimane un esempio lampante di potenza della messa in scena e di costruzione di un mondo mostrando solo 3 personaggi.

PS: l'ambiente e l'assenza di recitazione come precisa indicazione di regia rendono la rpesenza di O'Neal sopportabile e, addirittura, utile.

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