lunedì 28 gennaio 2019

Arrivederci amore, ciao - Michele Soavi (2006)

(Id.)

Visto in Dvx.

Un ex brigatista fuggito in Sud America torna in Italia rimanendo fuori dal carcere vendendo gli ex colleghi. Ma vorrebbe di più; oltre ai soldi intendo, vorrebbe anche la riabilitazione e per ottenere tutto ciò sarà disposto a tutto.

Io litigai con Soavi molti anni fa, ma vedendo ora questo film mi rendo conto che, forse, è stata colpa mia. Questo film è fenomenale.
La regia è estremamente dinamica con frequentissimi dolly, inquadrature atipiche (dall'alto, dal basso, deformanti), colori fluo e costruzioni atipiche delle location; uno stile che sembra una versione edulcorata del post moderno anni '90, una sua versione riadattata per essere fruibile ancora oggi. Ma soprattutto Soavi si dimostra un enorme costruttore di immagini, di scene a effetto, di inquadrature patinate.

Ma quello che colpisce di più è la perfezione nel ricreare il mondo del romanzo, un mondo fatto di stronzi dove il protagonista è il più stronzo di tutti, ma non in senso buffo o simpatico, lo è senza attenuanti. L'ottimo romanzo di Carlotto è un libro pulp perfetto e Soavi riesce a mettere in scena un hard boiled non consolatorio, strafottente e ritmato; una versione del noir che in Italia non mi risulta neppure avesse dei precedenti (almeno dei precedenti riusciti).

Protagonista un Alessio Boni (di cui non ricordavo neanche la faccia) che non meritava la parte principale; ottimo invece Michele Placido in quella che al momento mi sembra la sua migliore interpretazione; la Ferrari, incapace di recitare, ma utilizzata in maniera molto funzionale.

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