lunedì 14 gennaio 2019

Gojira-Minira-Gabara: Oru kaijû daishingeki - Ishirô Honda (1969)

(Id. AKA Godzilla's revenge)

Visto qui, doppiato in inglese.

Un bambino entra in contatto onirico (nel senso che se lo sogna e basta) con Minilla (il figlio, adottivo, di Godzilla), lo incontra sull'isola dei mostri dove scopre che il buon mostrillo parla fluentemente. Tutti e due i cuccioli (d'uomo e di mostro) sono bistratta da un bullo che condivide lo stesso nome, Gabara, anche se in un caso è un bambino, nell'altro un mostro gigante vagamente rospesco (sarebbe una rana toro mutata) con poteri elettrici. Entrambi dovranno affrontare le proprie paure e superare i propri limiti.

Al decimo film della serie una botta di onestà sembra aver colto la Toho.
Siamo onesti, nonostante faccia del male il solo pensiero, scendere a patti con la realpolitik di questa serie e trasformare Godzilla in un film per bambini totalmente infantile sarebbe una scelta logica. Spiace che per poterlo fare abbiano dovuto utilizzare Minilla, il personaggio più brutto, inutile e fastidioso del franchise.
Spiace che per farlo abbiano diviso il film in due segmenti separati, uno per gli umani e l'altro per i mostri dove i vari kaiju, in una botta di inventiva, combattono fra loro a caso (vengono resuscitati i kamacuras, Ebirah e citati molti altri). Questa divisione così netta è un peccato, da sempre Godzilla è stato soprattutto l'effetto sulle persone (molto di più nei primissimi film ancora horror), vedere mostri giganti di gommapiuma che combattono era un interesse relativo (più o meno interessante in base al dinamismo delle scene, generalmente dato dalla presenza di Fukuda alla regia); disgiungere le due parti normalizza la storia degli esseri umani (perdendo lo spunto peculiare di un drago che invade la città) e rende molto più noiosa la parte dei mostri.
Ci si può aggiungere un antagonista, Gabara, incredibilmente ridicolo, infantilmente minaccioso che serve solo ad allungare la lista di kaiju nel parterre della Toho.
Dietro la macchina da presa c'è ancora il fidato Honda, regista che ha dimostrato da tempo di non avere più il polso di una serie iniziata 15 anni prima; in realtà fa ben sperare con una parte iniziale (quella tutta fatta dai bambini) incredibilmente dinamica, dove il gioco delle inquadratura, qualche movimento di macchina e un ottimo montaggio interno danno un dinamismo mai avuto prima; peccato che il meglio lo lasci a quelle sequenze e non se lo porti sull'isola dei mostri dove avrebbe giovato molto di più.
Complessivamente quindi, si rimane sulla china discendente, con un'idea di trasformare il brand in un romanzo di formazione per bambini interessante, ma mal costruita.

PS: questo film risulta ancora inedito in Italia.

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