lunedì 7 gennaio 2019

L'indiscreto fascino del peccato - Pedro Almodóvar (1983)

(Entre tieneblas)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato.

Una cantante di night club ricercata per la morte del compagno si rifugia in un convento un pò particolare. La madre superiora si innamora di lei, ma le sue attenzioni (discrete, ma continue) tenderanno ad allontanare la donna.

Al terzo film Almodovar smette di essere un energetico dilettante e decide di fare il regista; la differenza è chiara fiin dalla prima sequenza, dove fotografia, punti di inquadratura e composizione delle scene sono professionali.

Il ritmo è decisamente più rallentato rispetto ai due film precedenti, ma la trama aumenta di spessore e la storia dipana il primo, vero, melodramma amoroso di Almodovar.
Al netto di una serie di fantasia grottesche (la tigre, la tossicodipendenza, ecc...) che portano il film, soprattutto nella prima mezzora, ad avere un taglio ironico e divertito (anche se piuttosto semplicistico), la storia è un amore impossibile di una donna talmente ossessionata dal raggiungimento dei propri obiettivi che non si rende conto di essere abbandonata da tutti; l'urlo finale (unico momento in cui la controllatissima protagonista si lascia andare) è una coltellata.
Il film è, di fatto, un dolcissimo film d'amore non corrisposto (e molto ossessivo, sia chiaro) che ha i suoi picchi in alcune scelte geniali del regista, dall'arrivo della cantante in chiesa (la suora la vede, si stacca dalla fila per la comunione e con lo stesso passo si muove verso di lei mentre la macchina da presa si alza) alla dichiarazione d'amore tormentato cantata da entrambe. Ma l'intera opera è costellata da continue, minime, scelte di regia che trasformano ogni scena fra le due in qualcosa di particolare.

Da evitare assolutamente la versione doppiata in italiano. Dato il tema particolare, credo che i distributori italiani abbiano cercare di vendere il film come un nuovo Buñuel (regista spagnolo, film con ambientazione religiosa, amore per il grottesco) modificando il titolo in una brutta citazione e cambiando colpevolemente diversi dialoghi (e tagliando alcune scene). Il doppiaggio mitiga alcune scelte, aggiunge dettagli non presenti cercando di aumentare il grottesco (in maniera infantile, pensando che facendo dire cose assurde ad ogni religiosa allora venga fuori una critica sociale), aggiungono dialoghi dove non ci sono per spiegare a voce il senso di alcune scene, ma soprattutto (con il tono e le parole scelte) hanno trasformato la protagonista (da dolce donna sola con manie di controllo a una cinica calcotrice) modificando del tutto il senso e l'empatia del film.

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