venerdì 26 luglio 2019

Sinfonia d'autunno - Ingmar Bergman (1978)

(Höstsonaten)

Visto in Dvx.

Alla morte del compagno una donna alle porte dell'anzianità accetta l'invito della figlia a raggiungerla per alcune settimane. La donna è un narcisista con difficoltà nell'empatizzare che ha sacrificato la famiglia per la carriera di pianista, la figlia è oscura e porta dentro di sé un rancore decennale che cerca di nascondere con eccessi di bontà.

Un drammone enorme sulle relazioni famigliari e sull'odio nascosto dietro l'affetto e da cui nasce di nuovo affetto (vero o falso che sia).
Un film titanico di Bergman, scritto alla Bergman, con evidenti eccessi e manierismi (anche solo la scansione temporale), simbolismi piuttosto semplici (il colore dei vestiti, l'utilizzo o meno degli occhiali) e un enorme problema di montaggio verso il finale.
Se questi difetti (beh, le metafore semplici non sono un difetto in sé) potrebbero far vacillare chiunque, la sceneggiatura che si muove con dialoghi eccessivi (addirittura ci sono diversi momenti in cui la madre parla a lungo da sola ad alta voce!) affosserebbe chiunque.
Ma dietro la macchina da presa c'è Ingmar Bergman e il film, nonostante la logorrea parla con le immagini, si muove con interesse infinito in una matassa di sentimenti eccessivi, fa dei piccoli dettagli (gli occhiali, appunto, il mal di schiena) dei punti nodali, ma messi in secondo piano; avvalendosi di una coppia di attrici eccezionali (per la prima e uni ca volta Bergman lavora con la Bergman) veicola informazioni maggiori con i volti piuttosto che con i monologhi (esemplare e perfetta la sequenza delle due donne al pianoforte) e si può permettere una scena madre finale, lunga complicata senza perdere in dignità
Un film imperfetto, enormemente imperfetto, che riesce a portare a casa un risultato insperato, un'efficacia incredibile al di là di tutti i suoi difetti; una visione soddisfacente ed entusiasmante.
Inoltre, per chi, come me, è appassionato di Ingrid, qui può godere di un'interpretazione come mai vista prima nella carriera dell'attrice.

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