giovedì 11 giugno 2020

La battaglia di Alamo - John Wayne (1960)

(The Alamo)

Visto su NowTv, in lingua originale sottotitolato.

Il racconto (che molti ci tengono a sottolineare essere non accurato dal punto di vista storico... ma va?!) delle vicende che hanno portato i colonnello Bowie e il più noto Davy Crockett a combattere dentro a Fort Alamo per dare il tempo all'esercito texano (all'epoca parte del Messico) di organizzarsi per combattere quello messicano ufficiale. Il sacrificio di meno di 200 persone per dare il tempo ad altri di vincere.

Fortemente voluto da John Wayne per anni questo è il primo (di due) film da lui interpretato, diretto e prodotto. Fu un investimento gigantesco e un fiasco al botteghino che precluse a Wayne di bissare per quasi un decennio.

Il film è un polpettone sentimentale (in senso di sentimenti machisti, poco romanticismo) inserito nel genere western classicissimo che di li a pochi anni sarebbe stato buttato a gambe all'aria da Leone.
Enfatico nei toni e manierista nella recitazione (bisogna riconoscere a Wayne di essere quello più controllato, ma d'altra parte lui è stato uno dei più grandi caratteristi d sempre) è un inno al cinema più passatista e patriottico che sarebbe stato accettabile almeno dieci anni prima o più.
Posto tutto questo rimane un film molto godibile.
Accettando che la battaglia vera e propria sia solo negli ultimi 10 minuti (ma è solo il titolo italiano che è fuorviante) è un film classicheggiante che nelle sue due ore e mezza si concede solo un paio di momenti di stanchezza.
Togliendo infatti i due o tre monologhi più patetici (su tutti quello di Wayne al fiume con la donna che manderà via) il film si muove con un ritmo costante, rilassato, ma preciso, intrattiene con garbo, diverte il giusto e mette insieme i pezzi giusti per arrivare al climax finale.

In verità, in tutto questo marasma di già visto, è affascinante che il film su Alamo sia un gioco a tre fra i colonnelli, un film con intrighi di palazzo (poco elaborati) e diplomazia (sempre con piglio divertito), dopo circa un'ora si avvicina a  una "La sfida del samurai" scanzonata.

PS: un encomio agli sceneggiatori che hanno dovuto inventarsi tre morti eroiche senza che ognuna facesse sfigurare quella degli altri.

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