(The witches)
Visto su Netflix.
Un ragazzo rimasto orfano viene allevato dalla nonna che gli racconta storie e aneddoti sulle streghe come si trattasse di un corso di sopravvivenza. In ferie sulla costa inglese finiranno nello stesso albergo di un gruppo di donne che si scopriranno essere (rullo di tamburi) delle streghe, con un piano, tanto diabolico quanto inutilmente complicato per sbarazzarsi dei bambini. Trasformato in topo inizierà l'avventura vera.
C'è stato un tempo in cui i film per regazzini non erano accomodanti sugli scopi dei villain e neppure sulla loro estetica, anzi erano apertamente repulsivi; e personalmente ancora rimpiango quel periodo.
Ovviamente il character design non è tutto e una trama tra il dozzinale e il ridicolo affoga fin dall'inizio un film che è si per bambini, ma non per questo dev'essere idiota. C'è poi una vera e proprio mancanza di competenza nella scrittura che si dilunga per oltre la metà con la preparazione degli eventi per lasciare alla parte dell'avventura un minutaggio limitato (serviva un convengo così lungo?).
L'ultima aprte, quella più dinamica rimane godibile e si concede un finalone che riecheggia (per uso degli effetti protesici, delle inquadrature sghembe e delle metamorfosi) "Splatters".
Quello che però più colpisce di un filmetto del genere è la qualità del cast artistico messo in mezzo.
la Zetterling era (ed è) ormai una semisconosciuta, ma la Huston era all'apice, ma soprattutto c'è alla regia un insospettabile Roeg. Irriconoscibile, pagato per mettere il pilota automatico e rimanere il pi possibile lontano dalla sua comfort zone.
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