giovedì 18 giugno 2020

L'occhio che uccide - Michael Powell (1960)

(Peeping Tom)

Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.

Un uomo schivo e con problemi di relazione fa l'operatore cinematografico e arrotonda facendo foto sexy per un giornalaio intraprendente. Nel tempo libero ama fare foto o riprendere deformità ed eventualmente uccidere in favore di videocamera.
In questo mondo di perfetto voyerismo (lui spia le altre persone, guarda i suoi filmati fatti spiando, guarda i filmati fatti da suo padre mentre lo spiava) viene interrotto da una inquilina del suo stabile, lui se ne innamora   non vorrebbe facesse la fine di tutte le altre... si sacrificherà.

Mitico film del Powell post Pressburger e piccolo cult personale che non vedevo da almeno un decennio (o più).
Rivederlo ora è stata una botta incredibile. Questo è un film del 1960 che sembra essere stato realizzato almeno un decennio prima (o più).

Tutto in questo film risulta datato già per l'epoca a partire dalla fotografia dai colori saturi, ma esattamente uguale a quella che Powell utilizzò nei suoi film degli anni '40 e '50, la scelta degli attori e della recitazione sofferta, ma manierista riportano indietro di diversi anni.
Solo la vicenda è incredibilmente moderna e rappresenta (come sottolineato da persone più intelligenti di me) un curioso negativo di "Psycho" uscito lo stesso anno (protagonista psichiatrico, turbe sessuali, rapporto morboso con un genitore scomparso, ma presente, ecc...).

Il clima morboso è però ben costruito anche se la storia di redenzione è trattata in maniera superficiale e fa cedere un pò la credibilità già claudicante. Da ricordare c'è almeno l'incipit tutto in soggettiva (motivata! questa è la vera innovazione) che riesce abilmente a introdurre al tono del film con la giusta dose di claustrofobia e inquietudine (se si arriva senza nessuno spoiler l'effetto è sicuramente ottimale).
Rimane un esperimento interessante e l'ultimo fuoco ragguardevole di un grande regista.

PS: bella anche la sequenza sul set dopo la chiusura del teatro, ben realizzata nell'ottica del thriller che si deve ancora sviluppare del tutto e permette una piccola scena di ballo alla Shearer presente anche qui con una comparsata.

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