lunedì 19 settembre 2016

I trafficanti della notte - Jules Dassin (1950)

(Night and the city)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

un giovine di belle speranza, molte idee e poche capacità cerca sempre nuovi sistmi per fare soldi facili e veloci. Data la rapida inventiva e la faccia tosta riesce a farsi amico di un anziano wrestler greco padre del gestore di tutti i combattimenti di Londra; con il vecchio decide di mettere insieme una serie di incontri di lotta greco romana, ma per farlo servono finanziatori. Il suo vecchio capo (la cui moglie è stata amante del giovane) offre quei soldi ponendo condizioni impossibili per cercare di metterlo in difficoltà... e questa non è neppure la metà della storia.

Dassin applica a Londra lo stesso sistema di "La città nuda", riprese dal vero, paesaggi non da cartolina, inquadrature ad effetto e una fotografia di una bellezza disarmante, con un bianco e nero enfatico e un'insistenza nei primissimi piani quasi espressionisti.
La trama è una parabola tragica e noiresca all'ennesima potenza, dove il destino è il vero coprotagonista che si conclude in un finale drammatico e nichilista in maniera molto tesa. La storia si poggia integralmente su un personaggio non negativo, ma originale data l'autodistruzione cui va incontro a causa (certo c'è il destino avverso già citato, ma anche) della fame di soldi, del craving per arrivare in alto a essere qualcuno, ingannando, ma mai facendo volontariamente del male; è uno stupido, non un villain.

Il film si pregia anche di una costruzione bellissima di un sottobosco della malavita londinese con una galleria di personaggi a metà fra la luce e l'ombra che fa da completamento a una trama ferrea.
Infine, ma direi che non è poco, per protagonista c'è il miglior Widmark di sempre, simpatico cialtrone, credibile e truffaldino, sinceramente innamorato, ma dall'inarrestabile ego, perfetto in ogni situazione. Come spalla c'è una Tierney più inutile che fuori parte.

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