mercoledì 24 maggio 2017

Rapacità - Erich von Stroheim (1924)

(Greed)

Visto in Dvx.

Al solito von Stroheim si presentò alla MGM tutto azzimato con le sue 48 bobine di film completato, per un totale di 8 ore. Credo che neppure lui si stupì quando gli chiesero dia accorciarlo, anche considerando com'era finita con "Femmine folli". Lo ridusse a 4 ore che la MGM tagliò ulteriormente a 3 e poi a meno di due ore.
La versione attuale (da me vista) è quella finale allungata con foto di scena e cartelli (tratti dalla sceneggiatura originale) aggiunti per cercare di avvicinare l'opera all'idea originale per un minutaggio complessivo di di circa 2 ore 3 mezza... Operazione simile era stata fatta proprio per "Femmine folli" dove venivano aggiunte alcune scene girate e poi tolte e, all'opposto, per Browning venne ricostruito "Il fantasma del castello" utilizzando solo le foto di scena; discutibile la prima operazione, per completisti folli la seconda (che gli passo solo per aver tentato di dare una forma al film muto più iconico di Browning/Chaney). Questa via di mezzo riesce a essere inutile e dannosa nello stesso tempo. Non da alcun vantaggio che dei cartelli con le spiegazioni non potrebbero già dare (come è stato fatto per le scene mancanti di "Metropolis"), non si avvicina minimamente all'idea originale né per minutaggio né per regia (che non è certo fatta di immagini fisse), ma in questo caso riesce anche ad ammazzare il ritmo e stornare l'attenzione rendendo pèiù indegesto il film.

A livello di contenuti è certamente uno dei film epici del periodo del muto con quel misto di realismo sociale (con critica all'arrivismo capitalista) e allegoria che renderebbe la storia al contempo chiara e interessante; dal punto di vista tecnico si fa apprezzare moltissimo l'uso intelligente della profondità di campo come mai nessuno prima (estremamente nota la scena del funerale che passa dietro al finestra durante il matrimonio; ma ancora di più l'inquadratura dal basso del primo piano del marito che se ne va e la moglie in cima alle scale... beh sembra predire le soluzioni di "Quarto potere"). La creazione d'immagini efficaci è certamente encomiabile (i soldi sporchi di sangue), ma quello che rende di più è l'efficacia delle intere sequenze; quella del finale nella valle della morte è decisamente il momento più efficace e riuscito dell'intero film.
Ottimo anche il cast, con una recitazione che sembra già di passaggio fra muto e sonoro, cosa impossibile ovviamente, che si deve intendere come una modernità di linguaggio.

Nessun commento: