Visto registrato dalla tv.
Alla fine della seconda guerra mondiale un gruppo di soldati giapponesi di stanza in Birmania attenda di poter tornare in patria, nel mentre uno di loro si separa, apparentemente scomparso in realtà si è travestito da monaco buddhista per muoversi liberamente a cercare i morti delle battaglie rimasti insepolti e dare loro una degna cerimonia funebre.
Un film antimilitarista, ma con grazia; con un cuore e una tenerezza molto più efficace di molte trovate efferate.
Ancora più interessante è che in questo film la musica è la vera protagonista, è il mezzo di comunicazione fra le persone. Una suonata d'arpa è l'allarme in caso di pericolo o l'avvertimento di un via libera, un arpeggio suonato da un ragazzo significa che il commilitone perduto non è morto, il modo per cercarlo è cantando una canzone, mentre l'inno sacro cantato dagli inglesi per il giapponese ignoto li denota come esseri umani e non più come nemici. La musica in molti casi si sostituisce ai dialoghi rendendo questo film poco parlato, ma egualmente emotivo.
Indubbiamente pecca d'ingenuità in molti punti, ma è figlia di una positività dolce che non chiude gli occhi di fronte ai fatti negativi, ma li accetta.
Finale molto parlato, stranamente, ed enfatico, ma anche le ultime scene riescono, nonostante tutto, a essere incredibilmente dolci e
commoventi.
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