venerdì 12 maggio 2017

Un uomo a nudo - Frank Perry, Sydney Pollack (1968)

(The swimmer)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un impresario teatrale (Lancaster) va da alcuni vicini (spieghiamo che stanno su una serie di colline, ognuno con la sua villa, ognuno con la sua piscina), fa un bagno in piscina e gli viene voglia di tornare a casa nuotando. Ovviamente non può farlo in maniera continuata, ma in un senso più da arte contemporanea, decide di recarsi di casa in casa, fare un tuffo in piscina fino a giungere alla propria magione. Lungo il percorso incontrerà persone che faranno affiorare ricordi o che smuoveranno sentimenti in maniera del tutto inaspettata.

Un film on the road... ma fatto di piscine, ma anche un bildungsroman in negativo, dove lo svolgersi degli eventi rende più chiaro lo squallore della vita attuale del protagonista, di fatto aumenta in consapevolezza, ma diviene una persona peggiore.

La trama mostra come a ogni step la vita del protagonista  cambi di prospettiva: sul proprio passato (i fatti del passato i rapporti ormai finiti), la propria famiglia, i propri rapporti sociali e anche su sé stesso. Il tutto in un climax quasi perfetto di tensione fra Lancaster e i personaggi che incontra oltre a una rappresentazione allegorica del tempo atmosferico che si modifica con il cambiamento del personaggio. Climax intenso che cambia radicalmente il mood portando il film da un ambiente leggero, solare e spensierato a uno sempre più tragico e psicologicamente pesante.
La cosa ancora più interessante è che il film scandaglia il passato e i sentimente di una persona senza mai bisogno di rifugiarsi nel flashback o in scene madri (ok, a parte quella con l'ex amante, oggettivamente utile, sinceramente troppo lunga), realizzando proprio quello che il (brutto) titolo italiano esprime, l'anatomia della vita di una persona messa completamente a nudo.

La regia si muove bene, senza enfasi, nelle scene principali gioca un po’ con il dinamismo dell’epoca (diversi movimenti, specie circolari e qualche inquadratura costruita in maniera complessa), ma senza mai strafare. Mentre nelle scene di raccordo fra una piscina e l'altra si sbizzarrisce in idee sempre nuove di messa in scena, per evitare la noia della ripetitività.

Dopo essere stato girato venne messo in un angolo per due anni prima di uscire e, una volta portato in sala, fu un fiasco. DI fatto è un film molto interessante e ben realizzato, ma troppo intelligente per avere successo all'epoca con un protagonista di traino come Lancaster che poteva promettere tutto un altro genere.

PS: regia non accreditata anche di Sydney Pollack che conclude il lavoro iniziato da Perry, ma fatto fuori prima della fine delle riprese.

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