lunedì 25 settembre 2017

Earthling - Shaun Monson (2005)

(Id.)

Visto in streaming, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Documentario shock contro lo sfruttamento animale in ogni campo delle attività umane, dall'industria della carne e quello dei vestiti, dagli esperimenti scientifici all'intrattenimento (i circhi).
Inutile discutere sulla tesi proposta; essere d'accordo o in disaccordo con il documentario è pura opinione e (Michael Moore ha reso evidentissimo che) ogni documentario è di per sé fazioso, dovendo partire da un'idea di base che non è mai pura obiettività giornalistica.

La struttura è piuttosto semplice. Immagini di repertorio (alcune troppo datate) per lo più disturbanti (la parte sull'industria alimentare è una delle sequenze più persuasive a favore del mondo vegan che abbia mai visto) e molto efficaci che che riportano a una sorta di Mondo movie con una voce narrante (Joaquin Phoenix) molto adatta, competente e convincente e con un intento educativo che i veri Mondo non avevano.
Quello che cambia rispetto ai precedenti documentari sullo stesso tema (che io abbia visto, ovviamente) è, in parte, proprio questo intento educativo. Più che cercare di convincere o svelare fatti nuovi e sconvolgenti, cerca di spiegare perché ha ragione, di insegnare le basi morali che sostengono la tesi proposta. Un insegnamento piuttosto didascalico nell'incipit e nel finale che si fonda sull'antispecismo; teoria tutt'altro che nuova o innovativa a livello filosofico, ma (per me) nuova a livello documentaristico (sicuramente per quello più mainstream); che, dunque, non si accontenta di mostrare le torture subite dagli animali (cosa che viene pedissequamente fatta almeno dai tempi di Franju in poi), ma le mette in prospettiva/relazione rispetto alle esperienze umane. Ecco, questa idea di fondo è la cosa migliore del film (e per quanto molto rigidamente aneddottica, all'inzio del film, viene anche ben spiegata).

Forse troppo didascalico (...senza forse), certamente troppo lungo (specie nell'assunto finale) e nella lunga porzione centrale mostra il festival da grand guingnol che ci si può aspettare da un film di questo genere (molto più efficace dei discorsi iniziali, ma non molto costruttivo), ma molto intelligente.

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