mercoledì 13 settembre 2017

Nata di marzo - Antonio Pietrangeli (1958)

(Id.)

Visto in Dvx.

Una ragazza a mala pena maggiorenne si innamora di un uomo di mezza età (per l'epoca). Dal carattere lunatico e precipitoso, decide di sposarsi, ma la vita coniugale diverrà presto usurata e tesa fino al breakdown.

L'intero film è raccontato tramite due o tre lunghi flashback a un amico anche lui innamorato di lei. Di fatto il film è una lunga e dettagliata storia di una crisi di coppia e, in quell'ottica, molto ben realizzato, con tutti gli elementi già presenti fin dall'inizio, ma che divengono problematici solo con il passare del tempo. Una sceneggiatura molto buona, ma priva di fantasia, una dissezione di un rapporto di coppia che va alla malora, ma senza grinta.
Per il resto il film è decisamente vittima di lungaggini, pur con dei personaggi interessanti, non riesce a mantenere un ritmo accettabile.

Alcuni vedono un motivo d'interesse per la descrizione dell'ennesimo personaggio femminile alla pietrangeli. Idea parzialmente vera, ma con qualche differenza. Seppure la protagonista è la stessa ingenuità di vivere della protagonista di "Io la conoscevo bene" e forse anche la superficialità de "Lo scapolo", questo personaggio non è un solitario, è un outsider, ma con un'evoluzione grazie alla quale riesce a rimanere all'interno di una società senza cercare scappatoie. Non sarà felice, ma è pur sempre accettata (ancora una volta vittima più di sé stessa che degli altri).

Interessante, invece, il contorno, con un certo gusto nel mostrare alcune architetture (il Sancarlone dell'inizio o il Pirellone in costruzione... tutto in one...). C'è pure un cameo di Dario Fo.

Nessun commento: