(Roger & me)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
Dopo aver legato indissolubilmente il nome della General Motors a quello della cittadina di Flint, l'industria decide di chiudere lasciando senza lavoro migliaia di persone, per poter aprire fabbriche a basso costo in Messico. Michael Moore, nato in quella cittadina decide di incontrare l'amministratore delegato, fallendo continuamente, ma nel farlo incontrerà persone il cui futuro è stato distrutto dalla chiusura della fabbrica.
Ciò che più sconvolge nel vedere questo primo film di Moore, che un parvenu del documentario sia riuscito a fare una cosa così originale e così diversa da tutto ciò che c'era in circolazione all'epoca.
Costretto, forse dall'argomento, Moore scende in campo in prima persona e con un espediente narrativo non molto distante da un MacGuffin (incontrare l'amministratore generale della General Motors per farlo venire a Flint, da parte di un signor nessuno e senza appuntamento, è abbastanza difficile) mette in scena un documentario che è già compiutamente in stile Moore, solo meno raffinato.
Immagini scadenti, spesso fuori fuoco, immagini di repertorio prese solo dai tg o dai filmini locali (o anche da vecchi film, immagino senza più copyright); ma tutto il resto c'è. C'è l'uso ironico della musica e l'ancor più efficace umorismo creato con il solo montaggio, c'è la faziosità estrema di un film costurito a tesi (che nel documentario è cosa comunque diffusa), c'è l'accostamento di situazioni contraddittorie e un interesse particolare per i piccoli freak di tutti i giorni; e poi c'è un nemico da combattere.
Meno aggressivo che nei successivi, ma non meno efficace, anzi, la capacità di gneerare scene divertenti utilizzando solo il girato originale ha dell'incredibile (la donna delle analisi dei colori è pazzesca).
Da vedere.
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