venerdì 26 gennaio 2018

Ella & John: The leisure seeker - Paolo Virzì (2017)

(The leisure seeker)

Visto al cinema.

Una coppia di anziani (lui ex professore universitario di lettere ora sempre più infognato in una demenza piuttosto mite, lei persona solare e positiva, ma gravata dalla malattia) partono per un ultimo viaggio insieme all'insaputa dei figli; da Boston vogliono raggiungere (a bordo del loro camper anni '70) Key West per vedere la casa di Hemingwey.

Virzì è da sempre un appassionato di melodrammi, sinceramente affezionato a quell'idea ingenua e romantica dell'agnizione familiare e delle persone migliori del resto del mondo. Usualmente il suo spirito drammatico è stemperato in film più ironici o grotteschi, ma già in passato si è confrontato, almeno due volte, con trame preponderantemente sentimentali. Qui, il regista livornese, fa un passo oltre, azzera completamente l'ironia e toglie ogni speranza per il futuro confezionando il suo film più banale dal punto di vista della storia. Il più banale e il pi doloroso.
Rendere il film scontato sotto ogni punto di vista e fallire miseramente con una sceneggiatura del genere era l'operazione più facile e più ovvia. Come sempre, però, quando Virzì si mette e smanacciare i sentimenti più abusati dal cinema, lì riesce ad avere un successo insperato per quasi chiunque altro.

Il film gira integralmente attorno alla coppia di protagonisti con solo pallidi e brevi tentativi di mettere in mezzo i figli e la vicina di casa e gestisce il rapporto di coppia più con le immagini che con i discorsi. L'amore e la stima fra nei confronti dell'anziano marito non verrà enunciata a vuoto, ma verrà mostrata con occhiate dense di emotività, con piccoli gesti, irritazione quando l'attenzione dell'uomo verte su altre persone, con il mettere o togliere gli occhiali. Virzì vince la sua sfida non creando niente di originale (a chi non piace il genere sembrerà il solito lungo polpettone), ma lasciando che sia il cinema a raccontare quello che le parole renderebbero scontato.

A onor del vero bisogna ammettere un'efficacia totale solo nella prima parte. A mano a mano che il viaggio prosegue, le sfighe si sommano, il piano diventa evidente e il carico di agnizioni diviene esagerato (così come le prove d'affetto iperboliche) il film si sfilaccia un poco e ne viene ridimensionata la portata, ma mai annullata.
Ottima la coppia di protagonisti, Sutherland compreso, costantemente impegnato a fare dolci sorrisetti da uomo spaesato.

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