giovedì 19 marzo 2020

Green room - Jeremy Saulnier (2015)

(Id.)

Visto su Amazon prime.

Un gruppo punk raccatta all'ultimo una serata in un locale neonazi; sono lontani da casa, hanno speso molto, quei soldi fanno comodo. Andrà tutto abbastanza bene (nonostante aprano con "Nazi punks fuck off"), però al momento di uscire vedranno qualcosa che non avrebbero dovuto, si chiudono in una stanza interna e inizia un home invasion fuori dalla home ufficiale.

Il film è di fatto un assedio su terreno nemico, uno stillicidio di tentativi di stanarli (per lo più  a buon fine) che funziona bene con un crescendo di tensione, almeno finché il gioco del gatto col topo si rende evidente come idea centrale del film e non come fatto passeggero. Il finale, ovviamente deve smuovere le acque e riesce a ricominciare con la tensione perduta.
Al secondo film di Saulnier visto (ma è il terzo in carriera) si conferma un ottimo regista che conosce le regole dei film di genere e le sa utilizzare in maniera sapiente. Qui la storia, confrontata con quella di "Blue ruin", ha meno epica, meno carne al fuoco ed è molto più diretta; questo è forse il segreto per cui il film ingrana benissimo quasi subito, ma è anche il motivo per cui finito l'afflato iniziale si sgonfia un poco e per cui alla fine si fa ricordare meno.

Rimane comunque ottimo, godibile e assolutamente perfetto nella gestione dei personaggi (almeno quelli principali) con il valore aggiunto di Imogen Poots, irriconoscibile, ragazza nazi distrutta dalla vita, pragmatica, rocciosa, ma che accusa il colpo a mano a mano che il film si svolge, ripiegandosi su sé stessa (anche fisicamente) senza perdere un filo di capacità d'azione.

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