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Visto qui.
Il dramma di Shakespeare raccontato per sommi capi, condensato in poco più di 15 minuti.
Delle varie dive del muto in Italia me ne manca una, Francesca Bertini. Attrice enormemente famosa ai suoi tempi e flamboyant, divenne iconica e acquisì così tanta fama da diventare un potentato nel mondo cinematografico italiano, con case di produzione create ad hoc per lei e che si impose anche nelle attività di scrittura e realizzazione di alcuni suoi film. A distanza di tempo è stata oscurata, a livello internazionale, da attrici che si sono sapute riciclare con il sono (specie negli USA) come Greta Garbo; mentre in Italia, sulla distanza è stata oscurata da chi, come la Borelli, ha dalla sua l'essere entrata nel vocabolario.
Questo film è stato realizzato nell'anno del debutto della Bertini, di fatto messa in secondo piano nei panni di Cordelia, la figlia buona di Re Lear. Ininfluente nella vicenda e con un minutaggio piuttosto misero.
Il film di per se è nella scia delle opere tratte direttamente dal teatro o dalle opere liriche che nei primi anni 10 impazzarono in Italia (e di cui la Bertini fu spesso protagonista).
Questo film di fatto è un pezzo di teatro su pellicola. Inquadratura fissa, pochi cartelli che spiegano la vicenda e le scene successive che fanno per lo più colore; ampia recitazione, con lunghe scene di dialogo fra gli attori che gigioneggiano come pochi; fondali dettagliati anche se inverosimili e scene in esterni con attenzione anche a ciò che avviene in secondo piano; costumi grandiosi, degni del teatro, più che dei film che verranno realizzati successivamente; colorizzazione spinta quasi a ogni scena.
Corto utile storicamente, ma che verrà sorpassato nel giro di pochissimi anni da una serie di opere che inventeranno un linguaggio indipendente.
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