lunedì 12 marzo 2018

Sotto gli ulivi - Abbas Kiarostami (1994)

(Zire darakhatan zeyton)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un regista torna sui luoghi di un terremoto nell'Iran del nord per girare un film; le riprese di una scena piuttosto semplice sono rallentate dall'infelice scelta degli attori locali, un ragazzo e una ragazza, il cui amore è osteggiato dalla famiglia di lei. Lei studia, lui è incolto, ma ben intenzionato; lui è insistente, lei rimane chiusa nel suo mutismo; entrambi hanno perso tutto nel terremoto.

Film che riprende il tema del metacinematografico tanto caro al regista e le connessioni con le sue opere precedenti.
Il film però non rimane bloccato sull'autoreferenzialità e mostra una storia d'amore appena nata sul nulla; sui rapporti appena accennati fra i due, sulla negazione della storia da aprte dell'unica parente della ragazza e sul nulla lasciato dalla tragedia del terremoto. Su questo nulla quello che rimane più forte del resto non è neppure l'amore, ma l'ostinazione; la testardaggine dell'insistenza del ragazzo e della mancanza di una risposta della ragazza.
Ovviamente, come sempre, non ci sarà una conclusione.

Più organico e indipendente di "E la vita continua", più vivo, questo film è però rallentato da lunghi monologhi zoppicanti, da reiterate situazioni che si ripetono senza tentativi di renderle più dinamiche e senza comunque riuscire a dare quel sentimentalismo di fondo che era la spina dorsale del lento, ma potente "Dov'è la casa del mio amico".

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