venerdì 30 marzo 2018

Cenere e diamanti - Andrzej Wajda (1958)

(Popiól i diament)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un giovane, ex partigiano anti-nazista, viene incaricato dal suo gruppo di nazionalisti di eliminare un anziano capo di partito (comunista), tornato dopo un esilio causato dalle sue idee politiche.

Terzo capitolo di un'ideale trilogia ad opera di Wajda, viene dopo il gigantesco "Kanal".
Questa volta la guerra è finita, ma il contesto storico è, forse, ancora più importante che nel precedente film; un contesto storico estremamente localizzato essendo stato vissuto da pochi paesi e di difficile comprensione per chi non ne è già a conoscenza.
Wajda però non si limita a descrivere una situazione, ma la spezza in settori distinti, ognuno perfettamente lineare, con ogni personaggio che presenta le sue ragioni, spesso condivisibili, ma ogni settore è pieno di incomunicabilità, di impossibilità al confronto anche quando sarebbe possibile o voluto. L'elemento vicente di questo film infatti è proprio la creazione di un mondo frammentato, unito dai festeggiamenti per una vittoria nominale, ma distrutto dall'alienazione.

A livello estetico Wajda fa un lavoro enorme simile a quello del precedente film. Una fotografia in bianco e nero che si conferma una delle migliori degli anni '50, pulita, espressiva, che trasforma ogni luce (poche) in un lama. Il resto del film, a livello di regia, si gioca tutto su una profondità di campo che permette un uso enorme del montaggio interno e che evita l'effetto statico di una fotografia magnifica senza nessun'altra idea.

Ecco, duole dirlo, ma di fronte a tutto questo enorme sforzo positivo, per me, il film muore sul piano del ritmo. A fronte di una vicenza storica complessa e mai spiegata allo spettatore digiuno, c'è anche l'aggravante di una storia lenta nel muoversi che si accascia spesso verso la noia. Il lungo finale è un insime di simbolismo e realismo che si tira le fila dell'intero film dando vita a scene madri e inquadrature spettacolari che non può non piacere (l'immagine del morto abbracciato al suo assassino sotto ai fuochi artificiali, la scena di danza a festa finita, ecc...) e non può non appagare, ma a che prezzo si riesce ad arrivare fino a li?

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