(Laugh, Clown, laugh)
Visto in Dvx.
In Italia una coppia di clown ha un'enorme successo di pubblico; uno die due è però consumato dall'amore che prova per la sua figlioccia (una trovatella che lui alleva fin da bambina); ovviamente dovrà contenderla con un giovane nobile di cui anche lei è innamorata.
Spiace vedere questo film adesso; metterlo a confronto con "He, who get slapped" è ingiusto, ma inevitabile avendolo visto da poco tempo; in entrambi c'è Lon Chaney nelle vesti di un clown trista. Il confronto fra i due film è impossibile perché con tutto il bene che gli si può volere, Brenon non è Sjöström... e confrontare un semplice melò con un più complesso film di rivalsa non sta né in cielo né in terra... Tuttavia durante la visione non ho potuto pensare a quanto fosse migliore l'altro e questo non può non influire sul giudizio.
In realtà, pur senza guizzi estetici alla svedese, Brenon porta a casa un'opera ben realizzata, cade più volte nel ripetitivo, ma riesce ogni volta a uscirne con un ritmo che viene mantenuto per tutto il film non arrivando mai alla noia. I sentimenti eccessivi sono ben sostenuti dal cast (il personaggio di Chaney, in mano a chiunque altro, sarebbe stato stucchevole e antiempatico). La storia è indubbiamente scontata e vista già molte volte e il finale è eccessivo anche per un melodramma, ma miracolosamente riesce a reggere il minimo per non risultare indigesto. Il film funziona, pur senza lodi sperticate, ne esce benissimo.
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