mercoledì 31 ottobre 2018

Storia di erbe fluttuanti - Yasujirô Ozu (1934)

(Ukikusa monogatari)

Visto in Dvx.

Un attore girovago, capo della sua compagnia, torna nella città dove ha lasciato un figlio ormai post adolescente. I rapporti con la madre sono buoni, ha sempre pagato quello che doveva ed è sempr eentrato nella vita di entrambi come zio. La scelta di lasciarli era una presa di coscienza della propria condizione disonorevole come saltimbanco e la volontà di non far diventare il figlio simile a lui.

Ozu avversò a lungo le principali innovazioni in ambito cinematografico; con il sonoro aspettò fino all'anno successivo primo di utilizzarlo. Questo infatti è il suo ultimo film muto e, bisogna ammettere, che la necessità del sonoro divenne impellente solo per i dialoghi sempre più fitti.
Al di là del sonoro il resto del film è figlio dei suoi tempi, anzi, qualitativamente è superiori a molti suoi contemporanei. Fotografia pulita, uso delle luci magnifico nelle scene in notturna e una costruzione equilibrata delle immagini con, spesso, utilizzo di più piani. Ovviamente poi, c'è già la macchina da presa che inquadra da una posizione leggermente ribassata, ma ancora non è obbligo e non c'è la staticità dei suoi film più maturi (ci sono, anzi, diversi movimenti di macchina importanti).

La trama è piuttosto semplice, ma ben descritta, con un'attenzione alla sceneggiatura elevata che rende questo un film ancora godibilissimo. Ovviamenti i temi della famiglia dai rapporti tormentati e il dolore vissuto con calmo stoicismo ci sono già tutti.

Nessun commento: