lunedì 29 ottobre 2018

Mr. Nobody - Jaco Van Dormael (2009)

(Id.)

Visto in Dvx, doppiato in francese sottotitolato.

Un uomo di 118 è rimasto l'ultimo mortale, di lui non si conosce nulla; quando viene itnervistato racconta la sua vita, parlando delle svolte più importanti (delle scelte fondamentali che hanno portato verso una direzione o un'altra) raccontandone gli effetti come se entrambe le scelte fossero state effettivamente prese.

Film articolato e complesso, con una narrazione volutamente non cronologica e spezzata all'inizio, con una tendenza alla complessità fine a sé stessa come a voler rappresentare così la vita stessa. Si, insomma, stiamo giocando nello stesso campo di "Synecdoche, New York". Ma diciamolo, su tutto un altro livello. Nel suo barocchismo, il film di Kaufman, riesce a essere più organizzato, più concreto e strutturato, oltre che molto più coinvolgente a livello emotivo.

Detto ciò il film è esteticamente impegnativo, con una fotografia che utilizza in maniera simbolica i colori, con un suo pervasivo e significativo del fuori fuoco e giochi di rimandi continui. Bisogna ammettere che non c'è niente di nuovo e il film risulta anche piuttosto squilibrato, ma risulta ugualmente fruibile e per la prima ora e mezza è anche estremamente ritmato e interessante.
Uno dei maggiori difetti è la durata fiume di quest'opera, le due ore e mezza senza sapere da che parte si voglia andare a parare possono essere un limite insopportabile, tuttavia sono anche uno dei principali motivi di fascino; un film destrutturato, in cui la scansione temporale potrebbe durare all'infinito, la cui durata è superiore a quella usuale, riesce a creare un effetto lievemente sconcertante. E forse è proprio questa la forza principale del film.

Dal punto di vista del significato sembra tutto riassunto nella frase di Williams citata dal protagonista: "Ogni percorso è il giusto percorso. Ogni cosa avrebbe potuto essere un'altra e avrebbe avuto lo stesso profondo significato". Il film, infarcito di qualsivoglia teoria scientifica/matematica, sembra voler mostrare semplicemente questo, tutte le scelte fatte avrebbero avuto il loro significato, diverso, ma egualmente importante; con questa consapevolezza la scelta è impossibile.

2 commenti:

Kris Kelvin ha detto...

E' vero, non è all'altezza del film di Kaufman (che resta inarrivabile) però a me non è affatto dispiaciuto: Van Dormael darà comunque il meglio di se nel successivo, bellissimo, "Dio esiste e vive a Bruxelles"

Lakehurst ha detto...

Straniante, molto intellettuale, ma si fa seguire benissimo e la forma diventa sostanza; strano, ma affascinante