domenica 15 maggio 2011

Lorna - Russ Meyer (1964)

(Lorna)

Visto in Dvx
Una neo-mogliettina si trova con il marito ad abitare in una sperduta casetta sul fiume, lui lavora in una cava di sale, mentre lei rimane a casa tutto il giorno senza aver nulla da fare; il rapporto tra i due non può che deteriorarsi e arriva all’apice dell’attrito il giorno del loro anniversario, lui finge di dimenticarsene per farle un regalo la sera visto che quel pomeriggio riceverà lo stipendio, lei invece pensa che fra loro tutto si sia raffredddato e coglie l’occasione di un pescatore (che in realtà è un evaso che cerca un rifugio) e se lo porta a casa… purtroppo il marito torna prima (come succede sempre)…

Chi ha sentito parlare di Russ Meyer, certamente lo conosce per la sua passione per le maggiorate e di conseguenza penserà ad un certo tipo di cinema… in realtà per questo film il regista americano si è ispirato a “Riso amaro”, no, tanto per dire… ed in effetti un gusto quasi neorealista (dico quasi) nella messa in scena e nella storia è evidente, anche se la trama non centra niente con il film di De Santis. Meyer però va oltre il neorealismo e ci piazza alcune sequenze simboliche, talune notevoli (come le immagini di Lorna coperta di sabbia) altre abbastanza patetiche (la morte con falce e mantello nel finale), ma tutte comunque funzionali alla storia. Il regista dosa con sapienza i vari stili tirando fuori un film esteticamente buono con molte idee ed un uso sensato di queste idee; soffre solamente negli attori (che sono dei cani) e nella sceneggiatura, lenta e noiosissima nonostante il minutaggio contenuto. Quest’ultimo difetto è il peggiore in assoluto, quello che rendo poco godibile tutta l’opera.

La storia comunque è buona, drammatica e crudele il giusto, inquadra dal basso un gruppo di perdenti che riescono a venire fuori dal fango in cui sono immersi solo grazie all’amore… che però non può salvare ogni situazione. Il film appare più che altro come un dramma morale (il predicatore che introduce molte scene è un esempio esplicito) circa la fedeltà e l'amore; e la perdizione ovviamente.

Poi ovviamente c’è la maggiorata di turno, Lorna credo abbia più taglie di reggiseno che speranza di vita, ma Meyer appare pudico nel mostrarla; l’attrice è nuda in diverse scene, ma il massimo che viene mostrato è la silhouette…

4 commenti:

occhio sulle espressioni ha detto...

Nonostante apprezzi Russ Meyer, questo mi manca, recupererò. Comunque è giusto considerarlo anche per il buon gusto estetico e per la ricercatezza di certe situazioni; filmografia, la sua, sicuramente da riscoprire.
Di recente ho recensito un libro sull'exploitation, ed un corposo capitolo è dedicato proprio a lui.

Lakehurst ha detto...

si ho letto la recensione e sostanzialmente mi par di capire che il libro parli di chiunque valga la pena di parlare, infatti conto di prenderlo qaunto prima.
Io Meyer non lo conosco per nulla se non per sentito dire, infatti questo è il suo primo film che vedo e vole farlo seguire (ma ancor anon li ho visto) da Faster pussycat kill kill e da Vixen giusto per avere un'idea dei suoi film più noti. sinceramente sono rimasto stupito dall'estetica del film. notevolissimo. se hai consigli su cosa devo(!) vedere di Meyer, accetto volentieri.

occhio sulle espressioni ha detto...

Non sono un suo fan sfegatato, ma, come detto, ne tesso le lodi oggettive. Oltre a quelli che citi (ottima scelta!) ti consiglio anche "Mudhoney", altra ottima fotografia, e il più classico "Motorpsycho".

Lakehurst ha detto...

ottimo, grazie, me li procurerò