venerdì 9 settembre 2011

Fear X - Nicolas Winding Refn (2003)

(id.)

Visto in DVD. Un uomo rimane ossessionato dall’omicidio della moglie in un parcheggio avvenuto per motivi ignoti, cerca il colpevole visionando di nascosto le registrazioni delle telecamere di sicurezza. Più grazie al caso che non al proprio acume riuscirà a trovare una pista che lo porterà in un altro stato e lo invischierà in questioni interne alla polizia locale.

Prima prova americana di Refn e quanto di più diverso da Pusher si possa immaginare, se quello era adrenalinico questo è lento, se quello era grezzo questo è curatissimo in ogni dettaglio. Quello che ne viene fuori è un film dalle atmosfere sospese ed inquietanti, dove l’ambiente esterno è tanto perfetto quanto gelido, dove gli edifici e i luoghi trasudano fantasmi, visioni e ricordi che ossessionano il protagonista, tutto è distaccato, il protagonista è chiuso in se stesso e nella sua inutile ricerca di un colpevole tanto da impazzirne e l’intero film risulta non spiegato e senza risposte perché le uniche immagini autentiche sono quelle della sicurezza, tutte le altre possono essere solo il frutto della fantasia. Una fotografia piena e profondità di campo come se piovessero rendono l’ambiente ancora più solido facendolo diventare parte integrante della storia e, in un certo senso, un personaggio (Refn è proprio un regista di luoghi).

Inutile dire che Refn in questo film trasuda Lynch da tutti i pori; le atmosfere sospese di cui sopra, gli ambienti presentati come non-luoghi, la provincia americana dei corridoi d’albergo e delle tavole calde, le risposte che non arrivano se non per dare altre domande, l’impossibilità a credere a nella realtà mostrata, l’insistito utilizzo del rosso ecc, tutto porta a Lynch, anzi tutto porta a Twin Peaks.

Poi il film ha i tempi dilatati come mezzo per raccontare una storia fatta di spazi, però questo certamente non aiuta l’andamento della trama. Di per se un buon film, ma non eccezionale. Ma soprattutto c’era da aspettarsi il fiasco al botteghino che ha ottenuto, il che di per se non è un male, visto che ha portato al fallimento la casa di produzione di Refn costringendolo a dirigere gli altri due Pusher per fare cassa.

PS: non so che farci, ma io quando vedo Turturro, mi vien sempre da ridere. È comico di suo.

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