(Neotpravlennoye pismo)
Visto in Dvx. Tre geologi sono mandati in mezzo alla siberia più inesplorata alla ricerca di diamanti. Certamente se mandi tre uomini ed una donna nelle terre desolate è ovvio che lei amerà uno, ma un altro l’amerà di più… poi dopo indicibili sofferenze troveranno i diamanti, ma un incendio brucerà tutta la tundra che si possa immaginare, saranno costretti a fuggire, abbandonare la zona conosciuta, la radio si romperà e rimarrano soli in mezzo alla neve e al fuoco…
Tecnicamente fantastico come Kalatozov sa fare con piani sequenza continui, inquadrature enfatiche ricche di movimenti frenetici della macchina da presa, inquadrature da punti di vista meno scontati (per lo più dal basso), controluce su campi medi o lunghi ricchi d’effetto, primissimi piani evocativi e sovraimpressioni di fiamme sulle immagini fin dall’inizio del film, come ad anticipare quello che succederà più tardi. Dovendo dare un premio direi che la scena tecnicamente più azzardata e meglio riuscita sia il piano sequenza della caccia.
Dall’altro lato le ambientazioni sono perfette, un inno alla natura all’inizio che poi si trasforma in un inferno dantesco fatto di fuoco ed in una sorta di ambiente post-apocalittico quando l’incendio si spegne.
Peccato che il film sia eccessivamente enfatico fin dalle prime scene e complessivamente annoi più di quanto intrattenga. Ma esteticamente rimane imbattibile.
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