venerdì 30 novembre 2012

Ubriaco d'amore - Paul Thomas Anderson (2002)

(Punch-drunk love)

Visto in tv.

C’è poca storia in questo film. Un impressionante Adam Sandler è un svampito ragazzone con problemi d’ansia e d’insicurezza circondato da un nugolo di sorelle; cerca la fuga in concorso a premi e in una linea erotica, finché non incontra l’amore. Tutto migliora all’improvviso finché i nodi non giungeranno al pettine. Ma c’è l’amore nella sua vita e saprà districarsene.

Storia poco influente sul film che è in realtà una prova di forza muscolare di un Anderson in stato di grazia. Un film del genere sarebbe cestinato da qualunque regista se si volesse davvero veicolare un messaggio o intrattenere; quello che Paul Thomas Anderson vuol fare è mostrare la sua regia e far vedere come si possono veicolare le informazioni con il linguaggio non parlato in un film.

E allora eccolo il profluvio di colori brillanti sfacciatamente rivelatori e colori al neon; ecco i piani sequenza sinuosi, i movimenti di macchina che sottolineano gli avvenimenti esposti e i carrelli fatti con il righello tanto da sembrare Wes; ecco la costruzione della scena che comunica più dell’inespressività (voluta) degli attori; ed ecco la musica che si muove quanto la macchina da presa diventando silenziosa quando non richiesta, aumentando di volume gradatamente fino ad esplodere quando necessario a descrivere una scena.
Un film tutto sommato poco godibile nel complesso perché è senza capo né coda; ma è fenomenale nel mostrare cosa si può comunicare senza parlare, un bignami di regia post moderna.

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