(Searching for Sugar man)
Visto in tv.
Negli anni 60-70 un cantante, Sixto Rodrigues, contestatore di origine ispanica provò a sfondare nel mondo della musica USA, fallì al secondo album. Quello che non scoprì è che in Sud Africa invece ce l'aveva fatta e divenne un cult, passando poi a essere la colonna sonora delle proteste anti-apartheid. Divenuto più famoso del Rolling Stones, ma ormai scomparso dalla scene venne creduto morto. A metà anni '90 però un gruppo di persone decisero di sapere come era morto. Quello che venne fuori fu sorprendete, era vivo e vegeto, faceva l'operaio a Detroit, dove non sa nulla del successo all'estero (e non prese mai i soldi dei diritti degli album venduti). Contatto andrà i Sud Africa per una serie di concerti sold out.
Una storia inverosimile, adatta per un film Disney, che però è tutta vera, con un protagonista talmente bello e naif da far subodorare il mockumentary fino alle ultime scene. Invece, ripeto è tutto vero.
Il documentario è ben gestito, con una cura delle immagini degne di un film di fiction, gira le interviste in maniera classica, ma tutte le immagini di raccordo sono panorami di Detroit o del Sud Africa inquadrati con lunghe carrellate, inserisce un paio di sequenze animate senza uno scopo descrittivo, ma purmante estetico e nel mostrare il mitologico protagonista lo segue camminare per le strade con lunghe carrellate laterali, lui vestito di nero in mezzo alla neve (creando una mitopoiesi sua, un'immagine gloriosa e riconoscibile che da il timbro al film ed al personaggio.
Vincitore dell'Oscar fece ben sperare essendo il primo film di Bendjelloul, che però, con un gesto sorprendente degno di un suo film, si tolse la vita nel maggio di quest'anno.
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