venerdì 20 marzo 2015

La paura mangia l'anima - Rainer Werner Fassbinder (1974)

(Angst essen Seele auf)

Visto in Dvx.

Una donna delle pulizie over 60 incontra per caso un 40enne marocchino; nonostante la diffidenza cominciano a chiaccherare. Dal semplice fatto che queste due persone solitarie (solitarie per la famiglia distante la prima e per la società la seconda) inizia un'empatia che si concluderà in un amore. I due decideranno di sposarsi, ma presto dovranno affrontare la realtà e l'ostracismo da parte dei vicini di casa, delle colleghe di lavoro e della famiglia; inoltre saranno avversati anche dalle donne che giravano attorno all'uomo prima del matrimonio. Quando finalmente il vento cambierà (parenti e amici avranno bisogno del loro aiuto e diventeranno quindi accomodanti con la coppia) i due sembreranno vivere la nuova accoglienza in maniera diversa.

Fassbinder è un amante del melodramma, questo è sempre stato evidente, e pare che fosse un fan di Douglas Sirk. Non stupisce quindi che abbia voluto fare un remake di quel capolavoro dell'agnizione e dei sentimenti esposti e della borghesia formale di "Secondo amore". Naturalmente Fassbinder è Fassbinder e prende Sirk e lo accompagna nella classe operaia, gli toglie e i colori pastello e gli aggiunge parecchio in amarezza. L'idea non può che non piacere.

Dietro al macchina da presa Fassbiner è sempre magnifico (non lo ricordavo così bravo); solita regia dinamica (continui carrelli laterali o in avanti) e gusto per la costruzione delle immagini (quasi tutto il film è ripreso attraverso porte aperte, finestre, pareti di un corridoio, spigoli delle stanze, specchi, reti o ringhiere a dare un senso di prigionia continua), solo più tranquillo del solito, più calmo e lento.

Purtroppo il film è affossato da due difetti non da poco. La sceneggiatura e il cast.
Non so come fossero considerati gli immigrati all'epoca in Germania, però l'opinione delle amiche e conoscenti della protagonista, mi pare molto esagerata. Se anche fosse corretta ho trovato molto fastidioso lo schematismo della storia: loro due si sposano, tutti li vessano in contemporanea; tornano dalle vacanze, tutti li trattano bene perché, fatalità, tutti ne hanno bisogno contemporaneamente.        
Il cast... beh a parte la bravissima Mira tutti gli altri attori sono dei cani; su tutti ben Salem che non riesce a cambiare espressione neppure quando sbadiglia (all'epoca Fassbinder ne era innamorato e si spiega quindi una scelta così fuori luogo... oltre che le diverse scene di nudo integrale...).
Il film riesco comunque a essere godibile nonostante questi enormi difetti, anche perché da un melodramma classicheggiante il difetto della trama risulta edulcorato.

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