(Welcome to the dollhouse)
Visto in Dvx.
Titolo italiano idiota (e fuorviante) per un pezzo di vita di una ragazzina di 13 anni odiata e bistrattata dai compagni di classe, non aiutata dagli insegnanti, con un padre assente, una madre che le preferisce la sorella più piccola e un fratello in piena adolescenza che ha altri pensieri per la testa. Si innamorarà di un amico del fratello, ma sarà "violentata" dal bullo della classe.
Commedia nera dal ritmo ben tenuto che racconta una vita piena di sfighe, ma tutto sommato verosimile di una preadolescente, con qualche impennata di improbabilità (il rapimento della sorella) che servono solo ad alzare l'asticella del grottesco.
Enorme il lavoro nella sceneggiatura per cercare di mettere insieme moltissimi elementi che danno spessore alla vicenza senza modificarla affatto o che servono solo a drammatizzare (dalle bambole a cui viene segata la testa, alla ragazzina che dice alla protagonista che la odia perché è brutta). Perfetto però il clima di odio reciproco in un ambiente dove nessuno comunica e dove le frustrazioni vengono scaricate reciprocamente dal più forte al più debole in una cascata senza fine.
Magnifiche le musiche (alcune classiche altre moderne) spesso utilizzate in maniera strafottente; un film autenticamente sgradevole per ciò che viene messo in scena senza che ci siano esagerazioni eccessive e tutto viene mostrato con la lente deformante di un grottesco ironico; senza una vera trama si rimane catturati dalla sequenza di fatti senza capire dove si andrà a parare.
Essendo opera quasi prima di Solondz qui si vede già molto quello che verrà dopo, dall'interesse per il sesso alla cattiveria verso i suoi protagonisti.
Bravissima la giovane protagonista, meno alcuni dei coetanei di contorno; decisamente migliore la lingua originale che permette di sentire più sfumature e rende giustizia all'età degli attori con voci adeguate.
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