(Id. AKA Perfido incanto)
Visto qui.
La solita vamp (che andava di moda all'epoca) seduce ogni uomo che incontra, compreso il marito dell'amica che muore misteriosamente (forse un suicidio), la protagonista impazzirà.
Film sperimentale che vale la pena sempre di ricordare essendo l'unico esempio rimasto di film futurista; unico per la perdita dei pochi esempi realizzati e perché la grande guerra si mangerà il futurismo senza alcuna pietà.
Dati i presupposti (e data la trama d'annunziana senza molta inventiva) la parte del leone la fa il comparto estetico che si sbizzarrisce negli interni, soprattutto in quelli dell'inizio e del finale. La tendenza è quello ai contrasti di colori netti (bianco e nero) forme geometriche solide e chiare, per lo più linee dritte e angoli evidenti o spirali, con una tendenza alla simmetria antinaturalistica. Una sorta di versione dell'espressionismo tedesco raddrizzato, speculare e senza sbavature. C'è pure qualche concessione all'ironia come la tappezzeria con gli occhi. Le scenegrofie furono tutte opere di Prampolini, già pittore di successo.
Purtroppo tutto questo è fortemente azzoppato da un filmato di qualità infima difficilmente sopportabile.
Alla regia non ci sono idee epocali, ma qualche soluzione ben trovata (come la cavalcata in controluce) e un paio di sequenze meno convenzionali (le inquadrature dal riprese dal basso e dall'alto attraverso la grata che ci sono nel finale).
Il meglio delle soluzione è tutto concentrato nei 10 minuti che deliranti che chiudono il film.
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