(Trainwreck)
Visto al cinema.
La storia di una ragazza newyorkese e di una sua porzione di vita, del suo rapporto con l'altro sesso, con la famiglia e con il lavoro. Ok, di fatto nel finale si deraglia nella storia sentimentale classica (lei deve scrivere un articolo su un noioso chirurgo e nel frequentarlo se ne innamora).
Di fatto dopo "40 anni vergine" non ho più visto un film diretto da Apatow, ma ho visto quintali di film da lui prodotti; i tratti distintivi pensavo di averlo ormai interiorizzati e sono andato a colpo sicuro a vedere questo film nonostante i titolisti italiani si confermino delle brutte persone.
Indubbiamente avevo ragione, il film non è quello che ci si può aspettare dal titolo. Ma ho frainteso la cifra stilistica di Apatow; lui non è caratterizzabile per la comicità pesante, l'elevazione del nerd a personaggio a tutto tondo, il mostrare la realtà "borghese" americana con l'occhio del perdente. No, a quanto pare Apatow delinea sempre storie convenzionali con personaggi anticonvenzionali che arrivano allo status quo consolatorio classico passando per vie personali. Tutto il resto è solo arredamento.
In quest'ottica questo film è esemplare e perfetto, ma ha anche un valore aggiunto; è un film femminile senza che questo significhi cliché alla Julia Roberts. La protagonista è una donna estremamente femminile che ha però comportamenti non classicamente attribuibili al suo genere, anche nella storia d'amore quello su cui viene messo l'accento non è il banale sdilinquirsi, ma il come lei (personaggio a tutto tondo e non donna da cinema sentimentale) si rapporta con i personaggi in gioco. Di fatto più che una commedia romantica è un film su un pezzo di vita di un personaggio sopra le righe e basta. Il suo rapportarsi con gli altri è sempre figlio del proprio genere, ma non ne è mai condizionato in maniera banale, lei è donna e come tale si comporta, ma non rimane oppressa dai luoghi comuni cinematografici.
Ecco, dopo aver detto tutto questo spiace dover dire che il film non funziona. Troppo lungo per la storia raccontata; troppi scontri tra i due coprotagonisti per lo più di nessun significato; troppo banale lo scioglimento finale (con una serie assurda di scene madri stucchevoli oltre l'accettabile). Ma soprattutto questa è una commedia molto sbilanciata verso il comico, ma a parte le prime sequenza la comicità viene relegata a gag isolate dal contesto della storia principale, ammazzando il ritmo e eliminando la serietà dell'operazione.
Da encomio però la selva di comprimari, dagli attori che accettano il gioco (su tutti una Swinton difficilmente riconoscibile), ai camei di lusso che rappresentano anche le migliori spalle comiche di sempre (da un Cena non perfetto nella recitazione, ma che si mette in gioco al 100% a un James con un personaggio perfettamente disegnato sulla persona).
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