(Zazie dans le métro)
Visto ad un cineforum, in lingua originale sottotitolato.
Una ragazzina viene lasciata a Parigi alle cure dello zio (la madre deve passare un weekend con un uomo). Lo zio vorrebbe far visitare la città alla nipote che però è interessata unicamente alla metropolitana. La storia si complica quando della vicenda si interessa un poliziotto piuttosto pedante e la visita alla città costringe lo zio a portare tutti alle prove del suo spettacolo dove interpreta una ballerina.
Personalmente apprezzo Queneau a singhiozzo (l'autore dell'opera omonima alla base del film) e comunque ho sempre considerato ogni suo libro intrasportabile sul grande schermo. Partito quindi con le peggiori premesse mi sono dovuto ricredere fin da subito.
Il libro è una viaggio surreale con una trama piuttosto vaga, dal mood comico e dalla scrittura letteralmente vorticosa, un tour de force letterario per lo stile di scrittura paradossale. Malle si dimostra all'altezza del compito e traforma la scrittura in un caleidoscopio di immagini; l'ironia è continua nelle scene con personaggi utilizzati per la loro fisicità prima che per la recitazione (fantastico un Noiret mai così mastodontico), nei personaggi di contorno che arricchiscono ogni scena di dettagli comici creando un intero ecosistema (si pensi solo al borseggiatore onnipresente), una recitazione sopra le righe e una serie di gag e movimenti eccessivi degni dei Looney tunes, un susseguirsi di scene cucite insieme più per ritmo che per senso (c'è un lungo inseguimento centrale, completamente cartoonistico, solo in parte utile per la vicenda; beh è una serie di scene realizzate benissimo. Inoltre Malle utilizza la macchina da presa in maniera dinamica e con inquadrature particolari (e spesso assurde o deformate); ma soprattutto lavora tantissimo di montaggio, muovendo i personaggi sulla scena, spostando o sostituendo oggetti, affiancando scene paradossali.
Un capolavoro di surrealtà e una delle migliori trasposizioni cinematografiche di un'opera letteraria.
2 commenti:
Mah, questo mi ha lasciato freddino, forse perché avevo da poco letto il romanzo e mi è sembrato un tentativo fallito di portare sullo schermo le idee di Queneau (rottura, smontaggio e rimontaggio del linguaggio).
io non ho amato molto il romanzo, ma è fuori discussione che fra i due il libro sia molto più vitale. Tuttavia, secondo me, Malle ha davvero azzeccato il tono ed è riuscito a trasporre in immagini i giochi linguistici. cosa di per se complicata, ma se hai visto altri film di Malle c'è da rimanere basiti dalla differenza; ha completamente cambiato stile solo per questo film
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