(Jûsan-nin no shikaku)
Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un samurai deve uccidere il fratello dello shogun (che è proprio uno stronzo), per farlo mette insieme un gruppo di 13 colleghi per tendere un agguato dentro a un paesino.
Teoricamente è il remake di un film di Eiichi Kudô, a sua volta realizzato raddoppiando il numero di protagonisti del celebre "I sette samurai" di Kurosawa (sperando di raddoppiarne l'interesse).
Dico ideale perché pur prendendo una sceneggiatura già fatta, Miike la manipola per metterci del suo.
Il film è diviso idealmente in due parti; più di un'ora di preparativi, sviluppo della storia e dei personaggi, poi, circa un'ora di guerra, violenza e sangue (una vera e propria cascata che in una scena cade dal tetto di un edificio).
Tutto però è perfetto, tutto è d'altri tempi, anzi, senza tempo, una costruzione visiva che sarebbe stata impeccabile anche ai tempo d'oro del miglior Kurosawa così come l'anno scorso. Si sa che Miike è un esteta, ma qui punta a creare una sequenza di immagini bellissime senza mai strafare nell'eccesso di patinatura. Tecnicamente perfetto, condotto con una regia molto funzionale e molto pragmatica disegnando in maniera formale alcuni momenti potenti e alcune immagini bellissime (la ragazza mutiliata, le spade piantate nel giardino in preparazione della battaglia, la scena dell’incontro fra i due capi rivali con gli altri samurai nascosti, ecc..).
Questo per il comparto estetico (che non è poco), ma il tocco di Miike si intuisce anche in alcuni dei contenuti; il personaggio del cacciatore di frodo che combatte senza una vera ragione e mostra la stupidità della lealtà dei samurai; fa ammirare l'eleganza della lotta sottolineata dal personaggio peggiore del film; e poi c'è il finale... una chiusura semplice, misurata, un relief perfetto, uno scioglimento genuino che, però, fa crollare completamente la farraggisona impalcatura morale ed etica dei samurai (alla fine, meglio la vita della lotta). Si ok, hanno tutti combatutto per quegli ideali, però contano poco o nulla e 23 anni dopo l’intero sistema verrà distrutto. Questo si chiama sabotare un genere dall’interno.
Nessun commento:
Posta un commento