(Id. AKA
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Sasori è a piede libero; inseguita dalla peggio polizia, ma pur sempre libera. Trova una sponda in una amica con grossi problemi familiari, ma incappa in una ex collega di carcere dagli intenti piuttosto violenti.
Al terzo capitolo della miglior saga di vendetta dal Giappone sembra proprio che le idee siano finite.
Stessa (buona) fotografia; stesso stile estetico e di regia, stessi attori nei punti giusti e stesse, identiche, maledettissime, dinamiche.
Quello che però appare più evidente è che al di fuori del già visto, il resto è tutto da buttare; la sceneggiatura è la più inutile, pretestuosa (ma vabbé, quello sempre) e confusa di sempre, tanto da rendere noioso ogni istante; mentre nella regia il povero Ito sembra ormai aver impostato il pilota automatico. Lo stile è sempre quello, ma le scene spiritate, dall'estetica perfetta, o dall'impatto visivo enorme sono un ricordo lontano; si salva giusto la pioggia di fuoco nelle fogne; ma è un pò poco per mandare avanti 90 minuti di film.
Già al terzo capitolo è evidente che nessuno ha più voglia di portare avanti questa saga; Ito, in una botta di onestà, si ritirerà dopo questo film.
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