(Ich seh Ich seh)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Due gemelli con problemi di socialità (dai si vede fin da subito) ritrovano la madre appena tornata dall'ospedale con il volto fasciato (a causa di un incidente non meglio definito). Tutto potrebbe andare per il meglio se non si insinuasse il dubbio che quella donna non sia la loro vera madre; il volto coperto, il cambiamento del carattere, il suo rifiuto di parlare con uno dei due gemelli... c'è qualcosa che non va. E se in un film austriaco c'è qualcosa che non va si finisce in un algido torture porn.
Sembra che i film austriaci siano tutti una derivazione di Haneke e Seidl (di cui Franz è la fedele sceneggiatrice nonché moglie); tutti registi che del gelo fanno una regola e che della violenza emotiva (nonché un certo sadismo nei confronti dei lo personaggi) fanno arte.
La coppia di registi, alla loro opera prima, rimangono nel solco tracciato dai predecessori e, tecnicamente, lo fanno benissimo.
Una casa moderna che rende il grigiore e le forme geometriche spoglie un labirinto in cui incastrare i personaggi. Una regia che negli interni rimane fissa e ruvida come la casa, mentre negli esterni (pochi) si concede ampi movimenti per contrappasso. Uso desaturato dei colori con una fotografia sbiadita ricercatissima. Attori che recitano come in trance aumentando il perturbante in maniera enorme. La sceneggiatura poi lavora bene sullo sfondo non dichiarando mai esattamente cosa è successo, ma lasciando indizi, a volte contrastanti, per ricostruire l'intera vicenda.
Purtroppo però maneggiare film del genere è delicato, anche il miglior Haneke mi scade spesso nella noia, figuriamoci se non si hanno i suoi anni d'esperienza sull'argomento, ma soprattutto se non si ha una sceneggiatura a prova di bomba. Questo è un film che deraglia nella follia più estrema, ma punta tutto su un twist finale (come spesso fa Haneke), ma il twist finale è velocemente intuibile e sostenere la trama senza la curiosità di quello che succederà poi con i ritmi austriaci significa scadere nella noia. Anche le torture finali (magnificamente infantili) lasciano il tempo che trovano.
L'effetto complessivo è buono, ma la sensazione di aver perso un'occasione per qualcosa di più.
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