(The Life and Times of Judge Roy Bean)
Visto in Dvx.
Un fuorilegge fugge al di là del confine degli USA nella terra di nessuno dove costruisce una città sotto la propria giurisprudenza. Giudice e tenutario del saloon, ma anche eminenza grigia dietro alle esistenze e ai gusti di tutti.
Film su un self made man estremo e folle scritto da John Milius (e nel plot si sente la sua presenza), ma virato verso la commedia dalla mano pesante di un Huston che si mette in secondo piano nella sua regia ottima, ma senza svolazzi. Il risultato finale disgustò Milius (lui voleva lacrime e sangue), ma non può che soddisfare lo spettatore.
L'effetto è quello di una farsa allucinata appena al di qua dal distruggere la sospensione dell'incredulità. Non è un western è un film su un uomo larger than life fuori posto in ogni società che si crea la propria società fuori posto anch'essa e che sopravviverà a tutto, ma non alla modernità che ingloberà tutto.
Il film permette a un Paul Newman perfetto per la parte di gigioneggiare come se non ci fosse un domani e, nonostante questo, di risultare perfetto per la parte.
La sceneggiatura, anche se enormemente cambiata presenta il suo punto di forza (oltre che nel personaggio principale) nei dialoghi, divertenti, rapidi e modernissimi.
Un film che è una sorpresa allucinata e non un western bello, ma canonico, come ci si aspetterebbe.
Finale al fulmicotone che è l'apocalisse di un mondo, più che l'ultimo fuoco dello stesso.
Nessun commento:
Posta un commento