lunedì 19 agosto 2019

L'uomo dell'anno - Barry Levinson (2006)

(Man of the year)

Visto ad un cineforum.

Un comico televisivo, più per sfida e sberleffo che per reale volontà popolare si candida come presidente degli USA. Per un problema nel calcolo dei voti vince pure. Sarà ovviamente un presidente sui generis, finché una dipendente pentita della ditta che doveva contare i voti non si rivolge a lui per avvertirlo del bug. Nascerà una storia d'amore che sfocerà nel thriller.

Una commedia tranquilla e senza guizzi o spigolature che mostra una sorta di parabola alla Beppe Grillo non è un'idea accattivante, ma può essere condotta bene e portare a casa il risultato.
Una commedia romantica inserita in un contesto quanto di più lontano da quello sentimentale? certo non sarà la prima e tenderà a irritarmi parecchio, ma anche qui, se condotta con un minimo di intelligenza può essere l'innocuo film della domenica pomeriggio.
Un thriller politico sulle elezioni americane invece lo pretendo di un certo livello, i predecessori sono molti e spesso illustri, quindi chiederei una qualità di minima più alta.
Dire che Levinson sbagli a gestire uno di questi generi sarebbe ridicolo; decide di buttarli tutti insieme in un film che già dall'inizio fatica a trovare un suo ritmo. Il risultato è disastroso; una pochade che non sa dove arrivare e neppure come arrivarci, ma che per farlo preferisce annoiare senza pietà sprecando un cast con attori potenzialmente in parte (Williams come protagonista) e una serie di facce nelle retrovie da fare invidia (Walken! Goldblum).

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