(The adjustment bureau)
Visto al cinema. C’è tutto un filone del cinema americano che si basa sul destino e sulla lotta dell’uomo contro ciò che è scritto, anzi a ben vedere quasi tutto il cinema americano deriva da questo concetto (Rocky è destinato al fallimento contro il chimicamente pompato Drago, eppure lotta contro il proprio destino e riesce a vincere); beh, per quello che ho visto io, mai come in questo film il concetto di destino è mai stato palesato e strutturato.
Dio è un presidente d’azienda/polizia che si occupa dell’organizzazione del destino di tutti, ha un piano preciso e se qualcuno rischia di farlo deragliare si preoccupa di farlo tornare in range quanto prima grazie a squadre specializzate. Beh la corsa politica di Matt Damon sembra essere in pericolo a causa di una ragazza, ovviamente il cielo vuol farli separare, ma i due faranno di tutto per rimanere insieme.
Detto in altre parole è un film d’amore certo. Ma qual è l’unico modo per rendere digeribile un film romantico (almeno a me)? Trattarlo come un thriller; e allora ecco che la polizia celeste si organizza per fermarli di nascosto, Damon che sa tutto invece lavora alla luce del sole tanto non ha niente da perdere, ma non può parlarne a nessuno o sarà resettato, e giù con le fughe, gli isneguimenti, i trucchi per far separare i due ecc… Con questo escamotage il film riesce ad essere romantico senza essere sdolcinato e si fa seguire con empatia dall’inizio alla fine.
La costruzione della polizia del cielo ha un gusto così retrò (anni ’50) che sembra mutuata più da Liliom (anche se erano gli anni ’30, ma i poliziotti sono identici) che non dagli epigoni successivi.
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