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Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Gervais è un over quarantenne che decide di riciclarsi come comparsa (extra in inglese), in realtà questo dev’essere solo il trampolino di lancio per poter, un giorno creare il suo telefilm. Tra la sua amica scema e un agente praticamente ritardato durante la seconda serie riuscirà nel suo intento, ma il suo lavoro sarò radicalmente cambiato per trasformarlo in una sitcom idiota.
Telefilm inglese di stampo comico costruito da (e su) Gervais stesso, in cui, in ogni puntata viene invitata una guest star di notevole rilievo nel mondo dello spettacolo (di solito cinema) con una parte più o meno importante.
Quello che più va sottolineato è che qui c’è la comicità di Gervais (ideatore ed autore della serie). Io in realtà conosco questo autore adesso ("The office" mi ha sempre schifato a pelle e non intendo cambiare idea adesso), ma il suo stile è chiaro; con un ritmo sottotono presenta una galleria di perdente che o sono stupidi o sono arroganti opportunisti che si trovano immersi in un mondo uguale a loro (ora che ci penso sembra di raccontare lo stile di De la Iglesia). La comicità scaturisce dall’imbarazzo in cui si trovano i suoi protagonisti e dai colpi di sfiga che gli capitano (si insomma siamo dalle parti di Fantozzi), con una sottigliezza ed una freddezza tutta british e una accanimento tutto particolare su tutto quello che politicamente scorretto.
L’altra caratteristica è l’utilizzo delle guest star per lo più presentate all’opposto di come appaiono normalmente e, in definitiva, speculari ai protagonisti, solo più fortunati.
Per avere un’idea di cosa intendo basti vedere la puntata numero 3 della prima serie, dove Gervais attacca religione e disabilità contemporaneamente e ci mette pure un poco di sfottò al business legato alla shoa; in più c’è la partecipazione straordinaria di Kate Winslet (fantastico che l’attrice ammetta di partecipare ad un film sull’olocausto perché è l’unico modo sicuro di vincere un oscar… e curiosamente vincerà un oscar 3 anni dopo proprio per “The reader”), assolutamente strepitosa, divertente e fuori dai soliti schemi. Decisamente una delle puntate migliori. Visto che ci siamo nella seconda serie su tutte vince la puntata numero 3 dove le partecipazioni straordinarie sono ben 3, Warwick Davis (che ovviamente sarà la vittima del razzismo strisciante del protagonista), Daniel Radcliffe (nella parte di un ingrifato adolescentello che cerca di mostrarsi adulto) e Diana Rigg (che recita poche battute come controcanto a Radcliffe).
Gli inglesi sono fantastici perché odiano (come me) i telefilm lunghi, Extras ha due serie da 6 episodi l’una (più uno speciale di Natale che non ho visto).
2 commenti:
Avevo visto la prima puntata in Australia ma non mi aveva preso un granché.
Peccato, perché sulla carta doveva essere una figata!
ho avuto la stessa reazione per The office, che non ho più guardato. credo sia proprio lo stile di Gervais ad essere freddo e british. bisogna vederlo al momento giusto
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