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Dopo la fortezza di Suram
Parajanov realizzò il suo ultimo film. Questo Ashik Karib è la storia sempre
più fiabesca di un giovane nullatenente che vuole sposare la figlia di un uomo
ricco, l’uomo che no vuole dargliela in moglie gli richiede di provare a fare
fortuna e tornare ricco anche lui, solo allora si potranno sposare.
Il film elimina nuovamente i
movimenti di macchina in favore di una costruzione delle immagini più
ricercata, ma a differenza del precedente la realizzazione è meno ricca e meno
intensa, ma i colori ed il folklore locale sono sempre quelli. Anche il clima
fiabesco rimane intatto, ma viene persa molta della poesia, puntando più
sull’impatto visivo meno sui sottotesti, inoltre spinge in molte scene (tutte
quelle con il sultano) sul macchiettistico e sulla satira. Infine
anche la storia è presentata in maniera ancora più spezzata delle opere
precedenti, puntando tutto sull’effetto scenico e rendendo ancora più ostica la
fruibilità del film. Tutto sommato mi pare che, pur essendo un buon film nel
suo genere, sia uno dei peggiori tra quelli più personali del regista russo.
Il film è dedicato a Tarkovskiy.
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